ROMA In attesa che il governo depositi le sue proposte di modifica, a tenere banco nella legge di Stabilità, sono gli emendamenti dei parlamentari. L’imperativo è scremare le 3.500 proposte piovute sulla manovra, molte delle quali per riportare a mille euro la soglia del contante. Un fronte largo, che va dalla minoranza Dem a Sel, passando per i Cinque Stelle. Ma il governo ha già detto che la norma non si tocca. Matteo Renzi vuole che il testo arrivi in aula al Senato lunedì prossimo. Per rispettare la dead line sarà necessario approvarlo entro sabato in Commissione bilancio. La conseguenza è che molti emendamenti dovranno cadere. Alcuni finiranno questa mattina sotto la mannaia delle ammissibilità. Ma la vera selezione è affidata ai gruppi parlamentari, che dovranno segnalare solo le proposte che davvero hanno intenzione di portare avanti e sulle quali c’è qualche accordo tra gli stessi gruppi ed il governo. Un tema sul quale una convergenza pare essere stata raggiunta, è quello del Mezzogiorno. Palazzo Chigi sarebbe pronto a dare il suo via libera a un rafforzamento delle misure per la crescita quando vengono applicate al Sud. A cominciare, per esempio, dalla misura sui maxi-ammortamenti, quella che prevede la possibilità di detrarre il 140% del costo d’acquisto di beni strumentali da parte delle imprese. Se l’azienda che acquista il macchinario è meridionale, la percentuale di ammortamento potrebbe salire fino al 160%. Sul tavolo c’è anche un’altra ipotesi, ma è considerata alternativa alla prima. Si tratta della possibilità di riportare, solo per il Sud, al 100% lo sgravio contributivo per le nuove assunzioni ridotto invece nel resto del Paese al 40%. Dipende dalle coperture che saranno trovate.
LE ALTRE MODIFICHE
Molti emendamenti parlamentari si sono concentrati sull’abolizione della Tasi. Il governo è intenzionato a mantenere inalterata l’architettura inserita nella manovra, ma qualche apertura ci sarebbe. Come nel caso delle coppie separate, in cui il proprietario ha dovuto lasciare l’uso dell’immobile all’ex coniuge. Una misura alla quale si affiancherebbe anche l’esenzione per le abitazioni date in comodato d’uso ai parenti di primo grado. Si ragiona anche su uno sconto sull’Imu per chi affitta la casa a canone concordato. In questo caso il tetto massimo dell’imposta sarebbe il 4 per mille. Sul pubblico impiego, in attesa che il governo valuti la copertura di un eventuale ammorbidimento del blocco del turn over, sono state presentate proposte dai capigruppo del partito democratico per prorogare di 36 mesi i contratti a termine nei casi in cui l’allontanamento dei precari possa mettere a rischio l’erogazione dei servizi. Lo stesso emendamento prevede l’assunzione il prossimo anno di tutti i vincitori di concorso ancora in attesa di chiamata (sono oltre 4 mila). Il capogruppo Pd della Commissione Bilancio, Giorgio Santini, ha anche firmato un emendamento per abolire l’imposta provinciale di trascrizione, quella che si paga sulle compravendite delle auto. Il tributo verrebbe sostituito da una tassa nazionale incassata direttamente dall’erario, mentre le Province avrebbero in cambio l’annullamento dei tagli. Perdono terreno invece, le chance del prestito pensionistico, la possibilità di lasciare in anticipo il lavoro con un assegno di circa 700 euro al mese, da restituire poi a rate una volta raggiunti i requisiti per la quiescenza. Dai ministeri sono arrivati sul tavolo di Maria Elena Boschi oltre 150 proposte di modifica. Anche in questo caso ci sarà una forte scrematura. Saranno ridotte a una decina e solo per argomenti non ancora trattati nella manovra. I testi dovrebbero arrivare oggi in Senato.