«So che adesso i sindacati mi insulteranno, ma questo significa che non hanno il polso della situazione: rischiano che la città gli si rivolti contro». Stefano Esposito, senatore e commissario del Pd a Ostia, nonché ex assessore capitolino alla mobilità negli ultimi tre mesi della giunta Marino, non la manda a dire: «Per il Giubileo serve un atto di responsabilità da parte di tutti. I sindacati ricordino che fare gli interessi dei lavoratori significa anche tutelare quelli generali dei cittadini».
L’agitazione dei vigili urbani può mettere in crisi la macchina del Giubileo?
«Il problema è che a Roma aldilà del merito servirebbe che tutti gli attori si mettessero nella condizione di assumere un profilo di responsabilità. Altrimenti, preso atto che le responsabilità della politica, anche il sindacato dovrebbe fare un piccolo sforzo in un momento difficile in previsione di una “primavera romana”. Anche perché per arrivare alla primavera si deve prima superare l’inverno, e per questo ci viole la mano di tutti».
Il rapporto con i sindacati è diventato uno dei punti critici per il Campidoglio.
«Io ho avviato un lavoro su questo fronte e questo qualche risultato lo ha dato, per esempio con i macchinisti di Atac. La vera necessità è quella di mettere da parte per un momento le rivendicazioni particolari, per puntare nei prossimi mesi all’interesse generale della città».
Tra la situazione drammatica del trasporto pubblico e le tensioni con i vigili, si rischia il collasso della mobilità cittadina?
«Non voglio fare l’uccello del malaugurio, anche perché tutto si può dire tranne che Gabrielli e Tronca non ce la stiano mettendo tutta. Ma se non vengono aiutati da tutte le componenti, il rischio è forte».
Il problema è la lunghissima trattativa sulla riforma del salario accessorio, che l’amministrazione Marino ha avviato ma non è riuscita a portare a termine definitivamente?
«Certo, anche se va tenuto conto che il tavolo di confronto, fermo da mesi, è stato riaperto da Causi pochi giorni prima del commissariamento. È evidente che è un tema molto importante, forse mai affrontato per il verso giusto».
In che senso?
«Alcune cose che a Roma sono sembrano scritte sulla pietra, necessitano invece una revisione. Se tutti alzano la voce portando avanti le proprie legittime rivendicazioni, ho la sensazione che la città rischi di non farcela».
A complicare il quadro ci si mette anche la macchina capitolina inquinata?
«Io e Sabella abbiamo sottolineato questo aspetto in tutte le occasioni, e Sabella siamo stati sbeffeggiati, criticati e non sostenuti. La cultura della clientela a Roma è nella politica, ma ci sono anche altri attori».
In questo momento quale può essere il ruolo dei sindacati?
«Ai sindacati è richiesto un atto di grandissima responsabilità. Va ricordato che gli interessi dei lavoratori sono anche quelli generali dei cittadini».
Quindi per l’Anno Santo è indispensabile la pace sociale.
«Nessuno nega il diritto allo sciopero, ma il rischio è che i sindacati si mettano contro i romani. È il momento di fare qualche passo indietro, rinunciare a qualcosa».