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Pescara, 23/11/2024
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Data: 11/11/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lavoro, con gli sgravi 900 mila posti fissi. Continua la corsa a usufruire del bonus contributivo. In 9 mesi il saldo netto tra attivazioni e cessazioni è a quota 469.000 unità.

ROMA Agli imprenditori italiani inizia a piacere assumere con un contratto “fisso”. Nei primi 9 mesi dell’anno il 38,1% dei nuovi rapporti di lavoro è a tempo indeterminato, 6 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2014. É l’effetto del mix decontribuzione e Jobs act, ma anche quello della ripresa, ne è una riprova la buona performance della produzione industriale: a settembre - comunica l’Istat - è aumentata dello 0,2% su base mensile e dell’1,7% su base annua, cosicchè nei primi nove mesi dell’anno ha raggiunto +0,9% (e Confindustria stima un ulteriore +0,4% mensile per ottobre). L’economia inizia a tirare e si riflette sul mercato del lavoro. Secondo l’Osservatorio sul precariato dell’Inps sono arrivati a 1.330.964 i nuovi posti fissi creati nei primi 9 mesi dell’anno (il 34% in più rispetto allo stesso periodo del 2014). Nel frattempo altri 371.152 lavoratori hanno finalmente visto trasformare il loro contratto precario (306.894 rapporti a termine e 64.258 apprendisti) in stabile (+18,1% rispetto a quanto accaduto nello stesso arco di tempo nel cordo del 2014).
Le assunzioni a tempo indeterminato che usufruiscono del bonus contributivo si avvicinano sempre più velocemente al milione previsto (e finanziato) per l’intero anno: in 9 mesi hanno già superato quota novecentomila (906.044). Di questi 703.890 sono assunzioni nuove di zecca, le altre 202.154 sono stabilizzazioni di contratti a termine.
RISCHIO BUCO NEI CONTI

Il dato conferma senza alcun dubbio il successo della norma varata con la legge di Stabilità alla fine dello scorso anno. Ma rischia di porre un problema di copertura finanziaria. A parte il comprensibile rallentamento agostano, ormai si viaggia costantemente sopra la soglia mensile di centomila nuovi contratti con esonero contributivo (a settembre 104.262): con questi ritmi il traguardo di un milione dovrebbe essere stato già raggiunto ad ottobre, tutto il resto sarà fuori budget. E la riduzione dello sconto a partire dal prossimo anno (l’esonero riguarderà non più il 100% dei contributi con un tetto di 8.060 euro, ma solo il 40%) fa supporre un boom di richieste in questi ultimi due mesi. Al di là dell’eventuale buco da coprire nel bilancio dello Stato, resta un risultato più che positivo per l’occupazione. In 9 mesi si sono recuperati quasi mezzo milione di posti di lavoro fissi: il saldo tra nuove assunzioni a tempo indeterminato (comprese le stabilizzazioni ), e le cessazioni è infatti di 469.393 unità. «È il segno di novità» ha commentato il premier Renzi.
La paura della crisi comunque non è svanita, tanti datori di lavoro preferiscono le assunzioni flessibili: da gennaio a settembre sono stati attivati oltre due milioni e seicentomila contratti a termine (quasi ventimila in più rispetto al 2014). E per i voucher è un vero e proprio exploit: ne sono stati venduti 81,38 milioni, con un incremento del 69,3% rispetto ai 48 milioni dello stesso periodo 2014. Lombardia (14 milioni), Veneto ed Emilia Romagna (entrambe con 10 milioni di voucher) sono le regioni che ne fanno il maggior uso.

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