Lui spacchetta, ma la Mannetti li’ non ce la vuole nessuno. È’ un rapporto di molto odio e poco amore quello tra il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e i suoi dirigenti. Perché va bene staccare i Trasporti dal Turismo, per creare una nuova Direzione alla faccia dei tagli e della spending review, ma alla Conferenza dei direttori della scorsa settimana Giancarlo Zappacosta, direttore degli uni e dell’altro, ha fatto mettere a verbale che va bene, lui non fa storie, ma a condizione che i Trasporti non vadano in mano a chi in passato ha creato malumori e conflitti. Ogni riferimento non è per niente casuale.
E in ogni caso i dirigenti esterni meglio tenerli fuori, anche perché sono finiti i soldi. Casse a secco anche per il super staff del presidente. Quindi, nonostante gli impegni, sembra che sia Palmina Romano che Cesare Di Martino, dati per new entry ed entrambi già ammessi ad alcune riunioni organizzative, resteranno al palo. Persino il contratto di una delle ultime arruolate, Lilly Russo,scritturata al posto di Alexandra Coppola, ha la durata di un anno. E per lei c’è una determina che spiega che il rinnovo sarà possibile “nelle more del bilancio e della capienza prevista per gli staff”. Bambole, non c’è (più) una lira. Anche perché, e il discorso vale soprattutto per la Romano, il servizio di europrogettazione della Regione e’stato declassato a ufficio e tornerà sotto la direzione di Giovanni Savini.
Bisogna stringere la cinghia, ormai è chiaro. Vale per i servizi ma dovrebbe valere anche per lo staff del governatore. E mentre al servizio Bilancio e Ragioneria la carenza di organico blocca il riallineamento dei conti, la segreteria di D’Alfonso trabocca di gente. Il trucco e’ semplice: per fare entrare più persone si fa ricorso ai contratti part time, tanto poi tutti lavorano a tempo pieno e pure il sabato, che fa. E a giorni, al posto del dimissionario Ernesto Grippo (che resta a fare il coordinatore della segreteria) sulla poltrona di capo di gabinetto si sistemerà Fabio Ferrante di Lettomanoppello, coinvolto in passato nell’inchiesta Ato, anche lui più volte notato in panchina alle riunioni del lunedì insieme ad Andrea Catena: la partita se la giocheranno loro due, alla fine. E per quieto vivere anche la dirigente alle risorse umane Eliana Marcantonio,encomiata insieme alla Mannetti (quella che pretendeva che una dipendente in attesa dichiarasse la diagnosi della malattia), lascerà le risorse umane a Francesca Iezzi.
Ed è anche per colpa del bilancio in rosso che Carla Mannetti, la dirigente Rosso antico, alla fine, non otterrà la direzione dei Trasporti, destinata pare a un ingegnere. La rossa dirigente assunta ai tempi di Giovanni Pace in quota centrodestra e’ una esterna e per lei non ci sono soldi. Forse, alla fine, il colpo a sorpresa potrebbe essere la Tua, ma pure lì le resistenze sono tantissime.
Alla fine, nonostante i tre mesi passati a lavorare come volontaria alla Regione, potrebbe restare con un pugno di mosche in mano: contro di lei hanno fatto muro in tanti, Pd e consiglieri regionali aquilani compresi. E mettiamoci pure che se D’Alfonso ci provasse,a metterla ai Trasporti, gli si ammutinerebbe mezza Regione. Una volta deciso lo spacchettamento infatti, tantissimi dirigenti hanno cominciato a meditare richieste di trasferimento. Insomma, basta solo il nome e loro fuggono. E anche una dirigente della Provincia di Pescara come Nicoletta Bucco, pronta a fare il salto alla Regione, settore Trasporti, ha deciso di congelare la domanda in attesa di vedere che tempo fa.
C’è solo una pedina che rischia di saltare e potrebbe far posto alla dirigente Rosso antico: è Giovanni Savini, capo dipartimento alla presidenza e rapporti con l’Europa. Giorni fa rilasciò un’intervista ad Abruzzoweb in cui denunciava l’abitudine clientelare degli abruzzesi in fila dietro la sua porta per ottenere i fondi europei, “quasi col prosciutto in mano”. Una frase che non è piaciuta al presidente che ha preteso che Savini smentisse, rimediando una sonora figuraccia. E dopo un faccia a faccia feroce, il super dirigente come già in passato, ha meditato (e medita) le dimissioni. Sembra una telenovela, ma il lieto fine chissà se c’è.