L’AQUILA «L'Abruzzo è una regione che ha futuro e può attrarre pensionati anche dal Nord Europa per la qualità della vita». Il presidente nazionale dell'Inps, Tito Boeri – ieri all'Aquila in occasione della posa della prima pietra per la ricostruzione della storica sede regionale dell'Inps, in via dei Giardini e in corso Federico II – ha fatto propri i temi di una previdenza più equa e della possibilità di anticipare l'uscita dal mercato del lavoro. Oltre al reddito minimo, da sempre suo cavallo di battaglia, ha elogiato L'Aquila e l'Abruzzo, identificandoli come zluoghi ideali dove vivere da pensionati». Poi, l'affondo su temi nazionali come l'uscita flessibile verso la pensione, per consentire un naturale ricambio generazionale. Percepire un po' meno, ma lasciare prima il posto di lavoro. Sistema utile nel produttivo Nord, ancora di più nelle regioni del Centro-sud, come l'Abruzzo, dove trovare un'occupazione è difficile. Boeri ha ascoltato con attenzione i dati del bilancio sociale 2014 dellIstituto previdenziale abruzzese, snocciolati dal presidente del Comitato regionale, Enrico Paone. «Un indicatore socio-economico importante», lo ha definito Paone, «ricco di informazioni che riguardano la struttura e i servizi e che consente un utile intreccio dei dati». Paone ha sottolineato come «su un totale di 427 mila iscritti alle gestioni previdenziali, risulti un'uscita di 4 miliardi di euro, a cui corrisponde un'entrata di un miliardo e mezzo». Uno sbilanciamento evidente per l'Inps, nonostante in Abruzzo i valori medi delle pensioni di anzianità oscillano tra 700 euro per gli uomini e poco più di 500 euro per le donne. Media che sale, e di molto, per il comparto del pubblico impiego, dove la media della pensione percepita è pari a 1.760 euro. In dettaglio, l'importo mensile delle pensioni erogate dall'Inps in Abruzzo varia da 490 a 910 euro. In 134 comuni abruzzesi la media delle pensioni (vedi tabella in alto) è compresa tra i 600 e i 700 euro, tra 500 e 600 euro in altri 118 comuni presi in esame. In 37 comuni la pensione sale a 800 euro, in appena 11 centri abruzzesi viene superato tale importo. Cinque i comuni più “poveri”, dove le pensioni si attestano in media sui 500 euro. E proprio sulla sostenibilità sociale e sul futuro pensionistico ha posto l'accento, nel suo intervento, Boeri: «In Italia c'è un problema di sostenibilità sociale che riguarda i giovani, che si trovano di fronte a un sistema previdenziale meno generoso del passato: i pensionati attuali hanno lo stesso diritto di essere trattati in modo equo rispetto a coloro che da anni beneficiano dell'assegno mensile. La mia proposta è un’uscita flessibile verso la pensione. Dal 1996, il nostro sistema previdenziale lo consente. Il principio è questo: chi va in pensione prima la percepirà per un lasso di tempo più lungo, quindi dovrà avere meno. Chi è motivato a restare più a lungo al lavoro avrà una pensione più alta». Boeri, definendo “solido” il sistema pensionistico italiano, ha detto che «lo stesso si regge sul patto tra generazioni»: «I lavoratori pagano le pensioni a chi attualmente è in pensione, e lo fanno nell’aspettativa che quando verrà il loro turno saranno trattati allo stesso modo. E' importante che questo fatto sia chiaro e che non sia percepito come iniquo. La sostenibilità non deve essere solo finanziaria, ma sociale». A ruota, il tema del reddito minimo a 55 anni, «importantissimo per chi non versa i contributi nei periodi di non occupazione. Una protezione futura anche per i giovani». Sulla mobilità delle carriere e sui versamenti in casse diverse, il presidente nazionale Inps ha detto: «La nostra riforma riguarda i giovani perché non possiamo penalizzare le carriere mobili. Chi passa dal settore privato a quello pubblico non deve subìre una regressione, soprattutto i giovani. Vogliamo favorire questa flessibilità». Infine, il delicato tasto sulle pensioni d'oro. «I tagli saranno rispetto ai contributi versati», chiarisce Boeri, «nessun intervento indiscriminato, ma selettivo rispetto a quanti hanno avuto più del dovuto».