«Se il decreto è questo, è assolutamente inadeguato e non mancherò di farlo presente in Parlamento». Ci si aspettavano i fuochi d’artificio (come in parte è stato) fra l’ex assessore alla Mobilità, Stefano Esposito, e il dirigente di Atac, Pietro Spirito. E’ arrivato invece questo attacco al Governo da parte del Senatore Dem, dopo le indiscrezioni che vogliono assegnati ai trasporti della Capitale solo 2 milioni di euro, sui 200 stanziati durante l’ultimo Consiglio dei Ministri in vista del Giubileo. «L’ho detto in tutte le lingue - ha spiegato Esposito - Servivano 250 milioni per effettuare una manutenzione completa delle linee A e B della metro di Roma. Con 2 milioni di euro non ci si comprano nemmeno i pezzi di ricambio degli autobus. Invece a Cotral sono state date molte più risorse, nonostante non ne avesse bisogno».
Esposito era al Centro Congresso Frentani di Roma per un confronto pubblico con uno dei dirigenti attaccati frontalmente durante il suo breve mandato da assessore. Spirito, ex Ferrovie dello Stato, è infatti un manager part-time in Atac, a oltre 100mila euro l’anno. Nel ribadire che «serve cambiare tutto il management», Esposito rivela alcuni passaggi inediti del suo rapporto con l’azienda: «Broggi (l’ad uscente, ndr) mi ha fregato. Per questo non gli ho più parlato. Mi aveva promesso l’approvazione del bilancio, invece ha mantenuto il sindaco del Collegio Sindacale (Renato Castaldo, ndr) che andava mandato via a calci». Non solo. «In Atac c’è sempre questo atteggiamento del detto e non detto. E poi stipendi ai dirigenti troppo alti e premi produzione che vengono dati, o non dati, a seconda delle simpatie. Atac è stata un’azienda sociale». Orgogliosa l’opposizione di Pietro Spirito, che si è fatto in qualche modo portavoce dell’azienda: «Se i dirigenti sbagliano in qualcosa sta nell’esere cagnolini della politica. I manager non devono parlare con i politici e la proprietà non deve immischiarsi».