PESCARA «La Regione Abruzzo batte cassa: non ci sono le risorse disponibili per assicurare i regolari trasferimenti alle aziende di trasporto pubbliche e private». L’Allarme viene da una nota dei quattro segretari regionali dei sindacati di categoria: Franco Rolandi (Filt Cgil),A-lessandro Di Naccio (Fit Cisl), Giuseppe Murinni (Uiltrasporti) eLuciano Lizzi (Faisa Cisal). Dunque, secondo i sindacati, sono a rischio gli stipendi dei 1.600 dipendenti. «In una condizione di normalità», aggiungono, «le stesse aziende avrebbero potuto tamponare tali mancati introiti anticipando con proprie risorse i costi necessari a pagare fornitori e dipendenti, ma in un contesto come quello attuale dove il settore sconta una crisi ormai decennale, l'operazione diventa alquanto ardua». Per Rolandi e colleghi si tratta di una sonora sberla data dalla Regione «a meno di una settimana dal referendum con il quale non senza difficoltà, i lavoratori si sono convinti che per essere competitivi sul mercato ed assicurare un futuro dignitoso all'azienda pubblica TUA, era necessario da un lato aumentare i livelli produttività e dall'altro ridurre le retribuzioni più elevate». La ricerca di una soluzione, aggiungono i sindacalisti, «è ancora più complicata se non impossibile quando a dover anticipare le risorse è una società appena nata con enormi difficoltà non solo di carattere organizzative ma soprattutto economiche in relazione sia al fardello dei debiti ereditati dall'Arpa che ai tagli alle risorse da destinare al settore imposti dallo stesso governo regionale e dal Governo nazionale». Quindi, concludono, a nulla sono valse le «autorevoli rassicurazioni ricevute quando si è trattato di sottoporre alle organizzazioni sindacale il progetto di fusione».