PESCARA. Le dichiarazioni di D’Alfonso e D’Alessandro, dopo l’incontro sulla filovia di Pescara con i portatori di interesse, residenti e associazioni erano sembrate -per rimanere bassi- almeno “concilianti”. Per la prima volta era parso che le istituzioni pubbliche non fossero prese dalla smania di realizzar per forza un’opera assurda ma percorrendo una via mediana sembrava si fosse sulla strada per «salvare il salvabile» (il che implica di cancellare quello che non è salvabile) e si è pure adombrata l’ipotesi, per la prima volta di fermare gli altri lotti.
Sono bastate queste dichiarazioni, promesse come tante, per scatenar una ridda di furiose reazioni, come se il buon senso avesse preso di sorpresa coloro i quali per anni non lo hanno visto e non sono abituati.
Dunque a parte le promesse ad ora non c’è nulla e c’è chi, come il centrodestra, si irrita perché in qualche modo si sente “padre” dell’opera e non accetta la lista infinite di storture che sono state realizzate “come da progetto”. I sindacati contestano “l’autoritarismo” del presidente della Regione che sembra non solo parlare per istituzioni che non presiede ma anche prendere decisioni unilaterali e senza che gli organi (democratici) competenti si siano espressi.
Insomma una nuova bagarre su un’opera che si trascina da vent’anni.
Il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, ha contestato «il vertice anomalo, allargato ai cittadini, alle Associazioni anti-filovia, ai diversamente abili, ma che, strana coincidenza, ha chiuso le porte in faccia al confronto e al dibattito politico» e sostiene che «il Governatore D’Alfonso non può continuare a tenere i piedi su due staffe sulla vicenda filovia: dica in modo chiaro se intende o meno completare e attivare a Pescara il sistema di trasporto pubblico di massa veloce, già finanziato da vent’anni. Si assuma le proprie responsabilità e dica personalmente, senza delegare il povero e ignaro consigliere D’Alessandro, se intende realmente fermare la gara d’appalto già partita per la progettazione definitiva del secondo e terzo lotto, di cui era perfettamente a conoscenza».
«Infine», aggiunge Sospiri, «abbia il coraggio di dire ai cittadini che l’unico a poter bloccare quell’appalto e quell’intervento è la stazione appaltante, ovvero la Tua che ha assorbito l’ex Gestione Trasporti Metropolitani, dunque chiediamo ufficialmente al presidente D’Amico se revocherà o meno la gara d’appalto, ricordando che continuare a fermare la filovia determinerà a questo punto un contenzioso con i relativi costi che ricadranno sulle casse pubbliche, ossia sulle tasche dei contribuenti».
Da sempre Forza Italia è a favore della filovia così come pensata e realizzata e da oltre un decennio ripete che è «l’unico intervento strategico in grado di alleggerire i volumi di traffico privato sulla città» e propone oggi un passaggio ed una discussione pubblica in consiglio comunale a Pescara.
Si aggiunge anche Pescara Futura con Carlo Masci che dice che «le chiacchiere di D'Alfonso sono pesantemente negative per l'Abruzzo. Anche sulla Filovia dimostra la sua assoluta mancanza di idee e conferma una ambiguità della sinistra che dura da 20 anni. Da una parte dà il via alla gara per il secondo e terzo lotto della Filovia, dall'altra frena per dare corda ai soliti comitati del NO interessati a lasciare una striscia di asfalto vuota in mezzo ai palazzi, ma indifferenti alla necessità di liberare le strade di Pescara dallo smog e dall'aggressione delle 100mila auto giornaliere. Oggi ci sono le risorse per dotare tutta Pescara di un sistema di trasporto rapido di massa, qualunque esso sia, ma l'incapacità amministrativa di D'Alfonso, tutto chiacchiere e distintivo, rischia di far perdere alla città questa grande opportunità. Scegliesse il mezzo che vuole, ma l'unica cosa che non può fare è fermare tutto».
Ma i comitati non ci stanno e si abbattono contro quel centrodestra che per cinque anni ha saputo solo «imporre»: «anziché sbracciarsi in modo patetico, Sospiri, Testa, Antonelli, Masci e Fiorilli, in ordine non casuale», dice Ivano Angiolelli portavoce dei comitati, «chiedano finalmente scusa ai cittadini per i gravissimi danni ambientali e patrimoniali che la loro scelta avventata ha procurato alla città di Pescara. Rilevo con rispetto come il sindaco Mascia abbia opportunamente evitato di unire la propria voce al coro stonato di amministratori disinvolti. E ricordo a Lorsignori che a marzo 2014 la Regione Chiodi, a ciò sollecitata da una "sfortunata" stazione appaltante, chiese e ottenne paradossalmente dal CIPE l'autorizzazione, a fine gennaio 2015, di acquisire ed immettere subito in circolazione i sei bidoni Phileas di cui si conosceva da lungo tempo il sicuro fallimento: addirittura dotati di motogeneratore diesel Euro 5, quindi non più omologabili. Una vergogna, locale e nazionale, subito sventata dal Vice Sindaco Del Vecchio, sonoramente rimbrottato dal solerte capogruppo Antonelli. Non è più il tempo di inutili e dilatorie commissioni consiliari».
Ma nella bagarre tutta politica si inserisce anche la Filt Cgil che definisce «sconcertante» le dichiarazioni di D’Alfonso che «dà sberle sia all’intero Cda di Tua che al presidente D’Amico».
Per il sindacato fermare l’iter già avviato dei lotti 2 e 3 è incomprensibile oltre che uno sgarbo.
Appena 20 giorni fa il Cda di Tua, presieduto da Luciano D'Amico, ha deliberato la pubblicazione del relativo bando per assegnare la progettazione dei lavori. Un bando (con scadenza 30 novembre) che peraltro è stato pubblicato sugli organi di stampa anche a diffusione nazionale ed è ancora ben visibile sui siti web delle aziende regionali di trasporto.
«Una decisione assurda che ha anche delegittimato l'intero Consiglio di Amministrazione di Tua», tuona Franco Rolandi, « per non parlare dei finanziamenti FAS che dopo essere stati sbandierati dalla Regione, andranno sicuramente perduti. E che dire della recente decisione di prolungare il contratto di lavoro al Dirigente Pierdomenico Fabiani (R.U.P. del progetto filoviario): una decisione ovviamente onerosa assunta dalla società TUA principalmente in funzione della filovia».
Decisione oltre che incomprensibili per il sindacato che andrebbero nella sola direzione degli interessi dei residenti della Strada Parco, residenti che a loro volta attaccano il sindacato.
Insomma una zuffa che non fa che aumentare la confusione, alza un polverone e fa passare in secondo piano incredibile storture costate milioni di euro e fa sparire totalmente le responsabilità di chi ha creato tutto questo senza pagare.
Forse è proprio questo il risultato che si vuole raggiungere.