ROMA Associa il tema della sicurezza alla cultura e annuncia lo stanziamento di due miliardi di euro. Uno per estendere gli 80 euro a tutti gli appartenenti alle Forze dell’ordine, l’altro per riqualificare le periferie urbane e per dare un bonus «a 550mila italiani che compiono 18 anni e che potranno investire in attività culturali».
Matteo Renzi sceglie un gioiello, la sala degli Orazi e Curiazi in Campidoglio per risollevare il morale degli italiani, scossi come tutti gli europei dallo scenario di guerra che stiamo vivendo in questi giorni e dalle cupe prospettive del dopo Bataclan. «La bellezza è più forte della barbarie, la sfida è difficile, ma dobbiamo essere all’altezza Dobbiamo ricordarci che siamo l’Italia», gonfia il petto il premier. Accanto a lui il commissario Francesco Paolo Tronca. «Ogni centesimo non sarà un costo ma un investimento se ci ricordiamo che stiamo investendo sulla nostra identità», dice ancora Renzi.
Centocinquanta milioni di euro verranno dirottati sulla cibersecurity, di cui 50 per rinnovare la strumentazione ormai vetusta delle Forze dell’ordine. Che da 5 dovranno diventare 4. Entro l’anno la Forestale entrerà infatti nei Carabinieri. E a chi porta una divisa una sola raccomandazione, «chiederò di aumentare la presenza in strada, abbiamo troppa gente negli uffici dei palazzi romani».
ECCO I SOLDI
Dove trovare tanti soldi? Il governo pensa di spostare al 2017 la riduzione dell’Ires. La legge di Stabilità aveva previsto infatti che l’imposta sui redditi societari sarebbe scesa di 3,5 punti percentuali, dal 27,5 al 24%. L’idea è scendere al 24,5% già il prossimo anno. Ue permettendo perché questo vorrebbe dire aumentare l’indebitamento dal 2,2 al 2,4% del Pil.
Legare la sicurezza alla cultura e al tempo stesso mettere sul tavolo progetti per le periferie vuol dire investire nel futuro e nei giovani. Quei giovani, ha ricordato il premier, «che hanno perso la vita per mano dei terroristi, persone normali, cittadini, giovani «come Valeria Solesin». Renzi: «Siamo spaventati dalle immagini di guerra, ma dovrebbero spaventarci di più i video in cui si vedono cattivi maestri estremisti, fondamentalisti, che educano i giovani a odiare la musica. Può sembrare banale, ma non accetteremo mai come Italia e italiani di odiarla: la musica è bellezza e incanto. L’Italia è e rimarrà la patria della musica e non dell’odio. Distruggono le statue, noi vogliamo i caschi blu della cultura. Loro bruciano i libri, noi siamo quelli delle biblioteche».
TIMBUKTU
Renzi ha citato «Timbuktu», il film diretto dal regista mauritano Abderrahmane Sissako e candidato ai premi Oscar. Nella pellicola un gruppo di jihadisti sconvolge la tranquillità di un piccolo villaggio e impone la legge della Sharìa, mettendo al bando la musica e il calcio. Sempre attento a maneggiare con cura le parole rivolte al “nemico”. Ieri il premier non ha esitato a chiamare per nome le cose a costo di “innervosire” gli jhadisti, perché «l’Europa non può diventare una vittima collaterale degli attacchi di Parigi». Il pensiero va a Bruxelles paralizzata dal terrore e sotto la minaccia di un attacco imminente. Roma non vuole correre lo stesso rischio, ma «la posizione dell’Italia non cambia», al contrario: è confermata, «a partire dalla centralità del Mediterraneo e dei Balcani, l’Italia si riconosce in una coalizione internazionale più ampia possibile in cui il ruolo degli Usa è cruciale, fedele al principio per cui una coalizione internazionale necessita del rispetto delle regole di diritto internazionale e di una visione strategica per il futuro». Insomma, una carezza ad uso interno rivolta ai giovani. E un’altra ad uso esterno agli alleati e in particolare agli Usa per compensare le aperture a Putin, sia pure timide degli ultimi giorni. «Per ogni investimento in polizia uno sforzo maggiore di pulizia nelle periferie, per ogni mezzo blindato in più un campo di calcetto, per ogni arma in più un canestro nelle strade». Sperando di vincere la partita più difficile, quella del terrorismo.