ATRI Il governatore Luciano D’Alfonso messo alle strette perché valuti la riapertura del punto nascita dell’ospedale di Atri. Mercoledì il consigliere Luciano Monticelli ha consegnato ufficialmente una lettera al presidente regionale firmata anche da altri cinque rappresentanti della maggioranza (il capogruppo Sandro Mariani, Pierpaolo Pietrucci per il Pd, l’assessore Andrea Gerosolimo e Mario Olivieri per Abruzzo Civico, Maurizio Di Nicola per Centro Democratico) chiedendogli di attivarsi e di rivedere le decisioni prese. Nella lettera si legge: «Si stanno accumulando elementi che demoliscono il piano Paolucci, D’Alfonso ci dia ascolto e ci ripensi in considerazione del mutamento nella normativa nazionale». Monticelli continua: «Le giustificazioni addotte dall’assessore alla sanità per giustificare il suo piano, che prevede la chiusura di quattro punti nascita su dodici, si stanno dimostrando anche giuridicamente infondate. A prescindere dalle decisioni che prenderà la giustizia amministrativa, D’Alfonso dia un segnale politico: glielo chiedono sei consiglieri della sua maggioranza insieme anche a due importanti parlamentari abruzzesi: Stefania Pezzopane e Tommaso Ginoble». Il riaccendersi delle polemiche è stato determinato dal decreto promulgato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin lo scorso 11 novembre, che ha di fatto smantellato uno dei criteri fondamentali introdotti dall’accordo Stato-Regioni nel 2010 che conteneva l’impegno da parte delle Regioni alla chiusura di tutti i punti nascita con un numero di parti annui inferiori a 500. Ora il ministro Lorenzin ha introdotto l’opportunità di tenere aperti anche i punti sotto tale soglia, a patto che si ottenga una deroga dal “Comitato Percorso nascita nazionale”. Dichiara a proposito Monticelli: «Il punto nascita del San Liberatore non ha alcun bisogno della deroga prevista dal nuovo decreto per giustificare la propria esistenza. È un reparto sicuro, apprezzato dalle mamme e che costituisce un asset strategico per la Asl teramana, servendo tutta la parte meridionale della provincia. Nel 2014 ha superato agevolmente la soglia di 500 parti, tant’è vero che non compare nella lista delle strutture sanitarie “inadempienti” stilata pochi giorni fa dall’Agena (agenzia nazionale per i servizi sanitari). Ieri mattina intanto in ospedale è arrivata la troupe della trasmissione “Buongiorno Regione” di Rai 3. Nella diretta i rappresentanti del comitato “Il San Liberatore non si tocca” hanno confermato la mobilitazione generale per il prossimo 5 dicembre, ribadendo l'invito a tutti a partecipare.