“Segnatevi questa data”: la data da segnarsi, secondo il governatore abruzzese Luciano D’Alfonso, era l’11 novembre, data di uscita dal commissariamento. Niente, San Martino è passato e ancora non se ne parla. La seconda data, sempre da segnarsi, è il 2016, gennaio per i più ottimisti: l’avvio della Asl unica. Ma per ora, non c’è nessuna legge in preparazione.
Il motivo è semplice: non ce la farà mai la Asl unica a spuntare il sì del Consiglio regionale. I voti non ci sono e il Pd teramano, col capogruppo Sandro Mariani in testa, ha promesso lacrime e sangue. Quindi l’ordine di scuderia per la giunta regionale, è bypassare le ostilità. E l’unico modo è un emendamento alla legge finanziaria, da approvare entro la fine dell’anno. Solo così, hanno pensato commissario e assessore, si riuscirà a ottenere il sì del Consiglio. E solo così, in pratica, nessuno si sognerà di mandare all’aria il bilancio e le poltrone per bocciare la Asl unica. Un percorso, questo, che è al vaglio del ministero. Una forzatura necessaria per evitare che il progetto fallisca miseramente, è stato detto a Roma. Perchè ormai è noto a tutti: contro la Asl unica si sono alleati centrodestra e buonissima parte del centrosinistra, con il Pd teramano e aquilano pronti a tutto.
Ma c’è poco tempo, soprattutto adesso che pure il manager aquilano Giancarlo Silveri è saltato: bisogna evitare nuovi incarichi provvisori, passare immediatamente al supermanager e risparmiare sugli stipendi. E infatti anche la delibera di incarico di Pasquale Flacco, ex facente funzioni a Chieti dopo le dimissioni di Zavattaro e ora promosso al rango di manager, è stata bloccata. Sparita: alla Regione temporeggiano, e non solo perché c’è un motivo di inopportunità politica (è stato direttore sanitario di Villa Serena, ora in aspettativa) ma anche perchè meglio aspettare e fare scelte che non si devono ridiscutere.
E le scintille e le tensioni con D’Alfonso che hanno convinto Silveri a mollare la presa e la poltrona da manager della Asl aquilana, si verificano anche a Pescara, dove l’Highlander della sanità Claudio D’Amario sta facendo muro contro il commissario: non vuole pagare l’extrabudget ai privati. Perchè se nell’ultimo trimestre ha sforato, non vuole ripresentarsi al prossimo scrutinio di nuovo con i conti in rosso.
Insomma, nella sanità c’è un finale di stagione molto burrascoso. E stamattina l’imprenditore della sanità Luigi Pierangeli incontrerà i sindacati per illustrare il piano di trasferimento delle Chirurgie da Spatocco a Pescara. Si adeguano anche loro al decreto Lorenzin, ha spiegato. Anche perché dal 2017 l’asticella del decreto si alzerà ulteriormente e le strutture private con meno di 60 posti letto per acuti non potranno più convenzionarsi con la Regione. Insomma, anche le loro sono manovre in vista della Asl unica. Si organizzano tutti. Solo la Regione resta a guardare, almeno così pare.