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Data: 01/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
La crisi dell'Atac - Appalti, disservizi e Roma-Lido. Inchiesta sull’Atac in Procura. Nel mirino gli ultimi cinque anni di gare e la manutenzione straordinaria dei treni.

Dai disservizi della Roma-Lido agli appalti con procedura negoziata, fino alla manutenzione straordinaria dei treni e alla sostituzione dei binari delle linee metropolitane. L’attività dell’Atac negli ultimi anni finisce sotto la lente della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo in seguito all’esposto presentato a ottobre dall’ex assessore capitolino alla mobilità Stefano Esposito. L’inchiesta, al momento senza indagati né ipotesi di reato, è stata affidata ai magistrati del pool che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione. In particolare, i giudici prenderanno in considerazione gli ultimi cinque anni di appalti della municipalizzata. Gli affidamenti dell’azienda di via Prenestina erano già finiti nel mirino dell’Autorità nazionale anticorruzione. Dai dati in possesso dell’Authority è emerso che nel periodo 2011-2015 ci sarebbe stato «un ricorso frequente» alla procedura negoziata, con e senza pubblicazione del bando di gara. L’inchiesta, inoltre, verterà sui nodi più critici della mobilità, a partire da quelli della Roma-Lido e delle linee A e B della metropolitana. Insomma, tutte le criticità prese in considerazione da Esposito. Il senatore dem ha trasformato in una denuncia il dossier di oltre 100 pagine che, quando era ancora assessore alla mobilità a Palazzo Senatorio, aveva consegnato al procuratore capo Giuseppe Pignatone. «Sarebbe bello capire come è possibile che l’Atac abbia ancora un buco in bilancio di 350 milioni di euro, nonostante la continua carenza di manutenzione e i problemi che ne seguono», commenta Esposito. Esulta il Codacons: «Finalmente la magistratura metterà le mani sugli appalti dell’azienda capitolina, e forse verrà svelato il mistero dei tanti problemi, guasti e disservizi che caratterizzano il trasporto pubblico a Roma», sottolinea il presidente Carlo Rienzi.
L’AZIENDA

Già a ottobre, dopo la presentazione del dossier di Esposito, l’Atac aveva replicato alle accuse. «Sono state eliminate tutte le proroghe degli affidamenti ereditate dal passato Cda e si è data una notevole accelerazione ai processi di indizione di nuove gare con bandi pubblici - fanno notare da via Prenestina - I dati, già resi noti da Atac, evidenziano che, nel 2014, oltre l’80 per cento del valore delle gare, a fronte del 40 per cento del 2013, è stato effettuato con bando pubblico, mentre è diminuito dal 60 per cento a meno del 20 per cento il ricorso a gare tramite albo fornitori (le cosiddette procedure negoziate)». Fra il 2011 e il 2015, secondo l’azienda, «dei circa 2,1 miliardi di acquisti Atac il 91 per cento, pari a 1,9 miliardi, sono stati assegnati tramite gara»

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