Da hotel dei ferrovieri ad albergo per i turisti. In mezzo, una lunga gestazione fatta di appelli, rivendicazioni, trattative inevase, interrogazioni regionali rimaste lettera morta. Per scongiurare la dismissione del Ferrhotel di via Michelangelo si erano mossi in tanti, perlomeno a parole. La chiusura della struttura veniva interpreta, non senza ragione, come un ulteriore depotenziamento dello scalo ferroviario, già penalizzato dai tagli decisi dal gruppo Ferrovie dello Stato. Ma la società non ha voluto sentire ragioni e nel febbraio dello scorso anno ha chiuso definitivamente i cancelli del palazzotto a ridosso della stazione, la versione moderna del vecchio Ferrhotel di corso Vittorio, nato con la nuova stazione e gestito fino ai giorni nostri dalla Ferservizi spa, società satellite del gruppo Ferrovie che aveva subappaltato la conduzione alla coop Clean service di Roma. Alla chiusura ha fatto seguito la vendita e il relativo acquisto da parte della Gielle costruzioni di Senigallia, che la scorsa primavera ha iniziato i lavori di manutenzione straordinaria affidati a un architetto di Osimo, Piero Belelli, e alla ditta Edil costruzioni di Cingoli. Di sicuro, il cantiere sottrare al degrado e alle occupazioni abusive uno stabile entrato nel mirino dell’esercito dei senzatetto.
IL PROGETTO Nessun cambiamento nella destinazione d’uso. Il fabbricato, cinque piani più il seminterrato, ospiterà un albergo di 74 stanze, per complessivi 144 posti letto a chiara vocazione business. Un investimento di tutto rispetto nel centro di Pescara sul quale la proprietà non intende fornire però informazioni specifiche. Nessuna delucidazione neppure sui tempi di completamento della ristrutturazione, anche se il complesso, al momento dell’acquisto, non si presentava di certo malmesso. La piena funzionalità era stata tra i tanti motivi addotti ai vertici delle Ferrovie per scongiurare la chiusura e la dismissione dell’edificio. Diciottomila i pernottamenti del personale ferroviario registrati nel 2012, ultimoanno di riferimento, 45 la media di viaggiatori ospitati ogni giorno, dirottati ora, a seguito di relativa convenzione, in uno degli alberghi del centro .
LA PETIZIONE I sette dipendenti del Ferrotel, addetti alla ricezione e all’accoglienza del personale viaggiante, oltre che alla pulizia e allamanutenzione, avevano anche promosso, con i ferrovieri in transito, una petizione ad hoc, formalizzata in una lettera indirizzata ai referenti politici di allora, il sindaco Albore Mascia, il governatore Chiodi, il ministro dei Trasporti, Lupi, e l’amministratore di Fs MauroMoretti. Nella nota mettevano in evidenza come la chiusura avrebbe determinato la perdita di posti di lavoro e le mancate opportunità legate alla possibilità di inserirsi nella rete dell’alta velocità. Ma, nonostante le centinaia di firme raccolte, i vertici aziendali non hanno fatto alcun passo indietro. Resta ora da valutare se, con l’apertura del nuovo albergo, hanno avuto ragione