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Pescara, 23/11/2024
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Data: 04/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Trasporto locale e liberalizzazioni - Le Ferrovie puntano su Atac e Atm. Il nuovo ad Mazzoncini ora guarda «con grande interesse al trasporto pubblico di Roma e Milano». Per quotare il 40% niente scadenze perentorie entro il 2016. Altolà su Rfi: «Resterà nel gruppo».

ROMA Quarantotto ore da amministratore delegato non sono tante per entrare nei numeri e parlare nel dettaglio dei piani di Ferrovie dello Stato. Ma la cautela nelle cifre non tradisce di certo la chiarezza di idee di Renato Mazzoncini su quale sarà la nuova rotta di Fs. Dunque, la privatizzazione decisa dal governo si farà nel 2016, «a patto che il gruppo sia pronto», ha chiarito subito ieri in conferenza stampa l’ad di Fs. Secondo, punto, tutt’altro che secondario, Fs guarderà con «molto interesse» all’Atac di Roma e all’Atm di Milano, le due società del trasporto pubblico locale. Un dettaglio che non può sfuggire visto che Mazzoncini viene dalla guida di Busitalia, il braccio del trasporto su gomma di FS, e che toccò proprio a lui avviare la privatizzazione dell’Ataf, l’azienda tranviaria fiorentina.
NESSUNA DATA
L’attenzione del nuovo capo-azienda sul trasporto regionale è tale da mettere un focus sull’integrazione tra ferro e gomma nei grandi centri metropolitani: «Rispetto al trasporto pubblico locale», ha puntualizzato, Roma e Milano sono le due città più interessanti». Del resto, Mazzoncini è convinto che «l’investimento nel trasporto pubblico locale sia importantissimo e che un grande gruppo come Fs non possa che investire nelle città metropolitane». Del resto, ha aggiunto, a parlare sono i numeri, visto che Atac e Atm insieme «fatturano quanto l'intero trasporto regionale di Trenitalia».
Passando al capitolo privatizzazione, l’orizzonte del 2016 «non è un termine perentorio», per il progetto di quotazione del 40% del gruppo. L’orientamento, ha precisato, «è condiviso dall’azionista». E ancora: «non vogliamo darci scadenze, l’azionista vuole un'operazione di successo, e ci chiede di farlo quando saremo pronti». La linea è che occorre lavorare prima su alcuni settori, come quello delle merci, in perdita per un miliardo. Dunque, «non escludiamo la quotazione nel 2016, è una sfida possibile», ha chiarito l’ad, «ma la quotazione non è il fine del nostro lavoro, bensì il mezzo». Vietato, quindi, parlare di un’operazione che deve soltanto «portare cassa al governo».
L’occasione è anche per puntualizzare, una volta per tutte dopo lo scontro al vertice sul tema degli ex vertici, che «il gestore della rete, Rfi, deve rimanere assolutamente integrato nel gruppo». Una linea sempre sostenuta dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Deve essere questo il mandato preciso avuto dal premier, Matteo Renzi, seppure come noto, lontano dalla visione del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, da sempre difensore della rete pubblica.

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