Nelle rimesse della metro A da qualche giorno campeggia un cartello: «Si avvisa il personale che per la data dell’8 dicembre è prevista oltre alla doppia indennità del giorno festivo, una “quota X” definita come incremento per il Giubileo». È il tentativo dell’azienda di convincere i macchinisti ad accettare i turni straordinari previsti per l’apertura dell’Anno santo. Ma nonostante il doppio gettone, al momento nessun conducente ha dato la disponibilità a guidare i treni durante l’Immacolata.
LE MISURE In occasione del primo giorno dell’evento giubilare, l’azienda di via Prenestina ha messo a punto un piano per potenziare le corse della metro, garantendone fino al 10% in più. Altrimenti la linea i viaggerebbe a ritmi ridotti, perché durante i festivi sono previsti solo 21 treni sui 33 presenti nelle rimesse. Per aumentare il numero delle corse però serve personale in straordinario. E al momento, almeno sulla prima linea, non c’è. Le prossime 24 ore saranno decisive per evitare che la tratta Battistini-Anagnina, quella che passa per le stazioni dell’area di San Pietro (Lepanto, Ottaviano, Cipro) ma anche di piazza di Spagna, dove nel pomeriggio di domani è in programma la seconda cerimonia del Giubileo, viaggi al rallentatore.
LE VIE DELLO SHOPPING Ieri intanto il Comune ha varato il piano bus invernale. Da domani e poi nei fine settimana 12-13 dicembre, 19-20 dicembre e nella giornata di domenica 2, saranno intensificate, dalle 10.30 alle 20.30, le linee che conducono alle più importanti zone commerciali. Per quanto riguarda la metropolitana, le linee A, B e B1 saranno potenziate con 32 corse aggiuntive rispetto al servizio normale nei giorni 13, 20 e 27 dicembre. Macchinisti permettendo. Perché il clima, tra i conducenti dei treni, è sempre più teso. Come dimostra la chiusura di tutte e tre le linee della metro durante lo sciopero di venerdì scorso, convocato da una sigla, “Cambia-menti”, che tra gli autisti metro conta pochissimi iscritti. Il messaggio che hanno mandato i macchinisti in quell’occasione è stato chiaro: i confederali non ci rappresentano più. Alla prima protesta, chiunque la convochi, noi scioperiamo. E allora anche se la moratoria sulle agitazioni sindacali, che ha appena incassato il placet dell’Authority, ha messo al riparo il trasporto pubblico nei giorni dei grandi eventi, tutti i potenziamenti delle corse fatti a straordinario, se la situazione non migliora, rischiano di restare solo sulla carta. Anche se mercoledì è in programma un incontro sindacale tra i vertici di Atac e i confederali.
I CASCHI BIANCHI Problemi con i turni anche tra i vigili. «Martedì e mercoledì saranno impiegati 900 agenti», ha detto ieri il commissario Tronca. Ma in questi giorni la sede del Comando è stata subissata di moduli con cui i pizzardoni rifiutano la reperibilità. Significa che in caso di attentato o di emergenze, il Corpo potrà contare su un numero molto limitato di agenti da far intervenire sul posto. I numeri della protesta stanno crescendo di ora in ora. Si rischia di replicare lo scenario dello scorso Capodanno, quando il 90% dei vigili diede forfait dai turni per la notte di San Silvestro.
Qualche esempio? Al gruppo Sicurezza pubblica ed emergenziale, racconta il sindacalista Marco Milani dell’Ugl, «l’80% degli agenti ha fatto domanda per rifiutare la reperibilità». E percentuali simili si stanno registrando in altre unità. Tanto che il 5 dicembre la vicecomandante Raffaella Modafferi, a capo del gruppo Pronto intervento Traffico, ha dovuto diramare una circolare interna per comunicare ai suoi uomini che non verranno più accettate richieste di rifiuto della reperibilità fino al 1 gennaio. Una mossa che certe sigle giudicano illegittima («la reperibilità è sempre volontaria»), tanto da «studiare una denuncia per abuso d’ufficio». «Se vogliono imporci la reperibilità, ci devono precettare - attacca ancora l’Ugl - Questa protesta è il sintomo dello scollamento profondo e riteniamo irreversibile, tra gli agenti ed il Comando».