Iscriviti OnLine
 

Pescara, 23/11/2024
Visitatore n. 740.930



Data: 08/12/2015
Testata giornalistica: La gazzetta del mezzogiorno
Lo scandalo Sud-Est, mancano 33 mln. Azzerato capitale sociale. Il nuovo management a Delrio: azienda ingestibile senza soldi sarà fallimento

BARI - Un buco da 43 milioni di euro nei conti, causato dall’azzeramento delle liquidazioni e del capitale sociale. Tra i tanti motivi di allarme sulle Ferrovie Sud-Est, la relazione che il presidente Andrea Viero ha inviato al ministero delle Infrastrutture evidenzia anche questo: nella sua disperata corsa sulla montagna di debiti accumulata nell’ultimo decennio, l’azienda che gestisce la più importante rete ferroviaria privata d’Italia si è mangiata praticamente tutto.

I responsabili dell’amministrazione (da stamattina al dirigente preposto è stata ritirata la firma, e giovedì tutti i dirigenti sono stati convocati dal cda) hanno infatti allargato le braccia. Il fondo in cui confluisce il tfr accantonato per i 1.300 dipendenti, che sulla carta vale 33 milioni, è infatti vuoto. Stessa cosa per i 10 milioni di capitale sociale, che sono stati spesi e quindi esistono solo sulla carta con buona pace del codice civile e dell’obbligo di intervenire quando le perdite sono superiori a un terzo. Ecco perché una proiezione, necessariamente per difetto, parla di 311 milioni di debiti «reali», a fronte dei 242 ufficiali esposti nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2014.

Il buco da 43 milioni scoperto dal nuovo cda si somma alle criticità già emerse con le relazioni dei revisori dei conti, che la scorsa settimana hanno lavorato nella sede barese della società per dare man forte ai nuovi amministratori: in particolare, in bilancio ci sono crediti nei confronti della Regione (4,9 milioni di euro per interessi) e del ministero (30 milioni per una vecchia partita relativa alle gestioni liquidatorie) che vengono ritenuti di difficile esigibilità quando non del tutto fasulli. Ecco che sommando questi 35 milioni ai 43 di prima, il debito esplode oltre i 300 milioni.

Con questi numeri, Viero ha dato al ministero - proprietario al 100% delle Sud-Est - una sorta di ultimatum: se non arriva il denaro necessario a ricapitalizzare, l’azienda dovrà essere posta in liquidazione. L’alternativa è l’amministrazine straordinaria, che però finirebbe per incidere soprattutto sui costi per il personale: in una situazione di crisi come questa, il ricorso agli ammortizzatori o i licenziamenti sarebbero inevitabili. Ipotesi che vede fermamente contraria la Regione, da cui fino ad ora è arrivato tutto il supporto possibile proprio a condizione che fossero garantiti i servizi e i livelli occupazionali.

Ma i numeri dicono anche che per arrivare a fine anno servono 30 milioni. La Regione ne ha garantiti circa 22, con il saldo del 30% del contributo di esercizio, e una fetta dei soldi ha coperto i contributi non versati negli ultimi due mesi. Ma c’è da far fronte alle spese di fornitori e appaltatori, ormai pronti a incrociare le braccia di fronte a una situazione non più sostenibili.

L’altro aspetto preoccupante riguarda il contenzioso. Una azienda che fattura 140 milioni ha 1.400 cause di lavoro aperte, con un impatto potenziale stimato in 15 milioni di euro. E questo senza contare i costi di bonifica della stazione di Bari, che graveranno sulle Sud-Est per non meno di altri 10 milioni di euro. Il tutto con spese legali astronomiche - si parla di 9 milioni di euro -, compreso un avvocato romano che ha firmato una transazione da 10 milioni di euro e - oltre alle parcelle - riceve per questo 500mila euro l’anno. Una gallina dalle uova d’oro.

Ecco perché fonti ministeriali non escludono che la relazione possa essere trasmessa per competenza anche alla Corte dei Conti e alla Procura, allo scopo di far chiarezza su quanto avvenuto negli ultimi anni. Le consulenze delle Ferrovie Sud-Est sono già nelle mani dei carabinieri del Ros, che le hanno acquisite per conto della Procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta sulle «grandi opere»: nell’elenco ci sono nomi importanti, collegati al mondo della politica, e cifre molto alte.


Sud Est, nuovo management a Delrio: azienda ingestibile senza soldi sarà fallimento

BARI - Le Ferrovie Sud-Est hanno assolutamente bisogno di «un provvedimento straordinario». In caso contrario, «l’azienda dovrà essere messa in liquidazione». È pesantissima la relazione che il nuovo cda dell’azienda barese ha mandato al ministro Graziano Del Rio, che rappresenta l’azionista al 100% delle Sud-Est: se non arriveranno immediatamente i soldi necessari, non sarà possibile garantire la continuità aziendale.Il nuovo cda guidato da Andrea Viero e composto dal dirigente ministeriale Angelo Mautone e dall’avvocato barese Domenico Mariani questa settimana ha fatto una full immersion nei conti delle Sud-Est. Ciò che è emerso non è assolutamente positivo. Anche se la Regione ha garantito un bonifico da 22 milioni per il saldo dell’ultimo 30% del contributo di esercizio annuale, l’azienda per arrivare a fine anno ha bisogno di 30 milioni. La linea di credito con la Bnl è stata ormai utilizzata per intero. E una parte dei soldi arrivata dalla Regione è stata già utilizzata per versare i contributi di settembre e ottobre che non erano stati pagati.

Ecco perché Viero ha ribadito a Delrio che la ricapitalizzazione delle Sud-Est è condizione assolutamente necessaria per andare avanti. La speranza era che i soldi arrivassero per decreto - il che avrebbe accorciato i tempi. Ma pare che bisognerà aspettare un emendamento alla legge di Stabilità, ora in discussione alla Camera. Ma l’approvazione definitiva non arriverà prima di Natale: e siccome a gennaio i pagamenti dello Stato sono fermi, i tempi saranno molto lunghi.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it