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Pescara, 23/11/2024
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Data: 09/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bilancio regionale, senza la deroga restano i tagli. A giorni la discussione della Finanziaria, e i conti non tornano Paolucci porta in consiglio la legge per il mutuo da cento milioni. Il governo non ha concesso di spalmare il debito in trent’anni e allora saranno ridotti i cofinanziamenti per i progetti dei Fas.

L'AQUILA I conti non tornano, il bilancio non quadra e a pochi giorni dalla discussione della Finanziaria regionale le casse della Regione rischiano pesanti e drastici tagli, tanto da compromettere i cofinanziamenti ai Fas e quindi alle politiche di investimento per lo sviluppo. L'assessore Silvio Paolucci sperava di meglio, nella possibilità di poter spalmare in trenta anni tutto l'enorme debito accumulato dalla Regione (oltre 530 milioni), ma dal governo non è arrivata nessuna deroga, se non quella del decreto Salva Regioni che la dilazione di pagamento nel trentennio la permette solo sui 170 milioni che vennero utilizzati per pagare la spesa corrente ed erogati invece per pagare i debiti con i fornitori. Nulla a che fare con il fardello da 530 milioni che l'Abruzzo dovrà restituire in sette anni.
TAPPE FORZATE Per questo la maggioranza ha forzato le tappe di abbattimento del debito, decidendo di portare già martedì prossimo in consiglio la legge che prevede di accendere un mutuo da 100 milioni di euro per ridurre il peso delle rate. «Una scelta infelice e fatta in contrasto con un accordo stipulato con le minoranze -protesta Domenico Pettinari, del M5S- Ci avevano promesso che la legge non sarebbe stata portata avanti e invece ora ci troviamo a dover discutere dell'ipotesi di indebitarci per pagare un debito: pagheremo per i prossimi trenta anni rate da sei milioni l'anno, di cui quattro milioni di interessi». Di alternative, dice Paolucci, non ce ne sono: l'accensione del mutuo permetterà di ridurre a 430 milioni il debito originario che, restituito in sette anni, significa rate da oltre 60 milioni di euro. E già per trovare questi di soldi, saranno lacrime e sangue.
I CAPITOLI Il piano dovrebbe essere perfezionato oggi, ma sostanzialmente Paolucci conta per il 2016 di recuperare le somme da diversi capitoli: 25 milioni di euro vengono dalla chiusura di alcune cartolarizzazioni, altri 20 dal tesoretto delle tasse che il governo Chiodi ridusse nel 2014, ma che la Corte costituzionale bocciò perché provvedimento adottato in odore di campagna elettorale e in regime di prorogatio della giunta. Altri due milioni, invece, saranno recuperati dalla spesa per la compartecipazione ai ticket sanitari: il budget da dodici milioni del 2015 si è rivelato infatti sovrastimato rispetto ai bisogni, per cui nel 2016 sarà fissato a dieci milioni di euro. Restano scoperti altri 15 milioni circa, una parte dei quali dovrà necessariamente essere presa dalla quota di cofinanziamento dei fondi Fas, il cui budget nel 2015 era proprio di 15 milioni di euro.
LIMITI «Stiamo valutando i progetti realmente cantierabili -spiega Paolucci- per limitare a questi la quota di cofinanziamento. E' chiaro che anche questa ipotesi non ci garantisce la possibilità di coprire per il 2016 l'intera rata da restituire. Stiamo valutando altre soluzioni, ma non è così facile». Le possibilità di manovra sono limitatissime, in un bilancio regionale assorbito quasi tutto da sanità e trasporti e che ha ormai i capitoli di spesa cosiddetti «non indispensabili» ridotti all'osso.

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