ROMA Da oggi in poi ogni giorno è buono per la prevista cessione della rete elettrica in alta tensione delle Ferrovie dello Stato a Terna, che potrebbe avvenire a un prezzo vicino a 750 milioni. Le parti e i rispettivi consulenti, negli ultimi tempi, hanno intensificato gli incontri, con l’obiettivo di chiudere la partita entro fine anno, se non già prima di Natale.
IL NODO DEL PREZZO
Il nodo è il prezzo: come nel più tradizionale dei copioni, le Fs, cioè il venditore, ha tentato di spuntare un corrispettivo vicino al miliardo, mentre Terna ha cercato di abbassare il più possibile la posta. A stabilire un punto fermo nella contesa è stata a fine ottobre l’Autorità per l’energia, che ha fissato in 674 milioni il valore delle rete di 7.500 chilometri che alimenta la circolazione dei treni in tutta Italia. In particolare, tale valore corrisponde a quello del capitale investito netto e rappresenta, come spiega una nota dell’Autorità, «l’ammontare dei benefici per la comunità degli utenti elettrici italiani derivante dall’inserimento nella Rtn (la Rete di trasmissione nazionale di Terna) delle reti elettriche di Ferrovie». L’inserimento nella Rtn dell’infrastruttura avrà un impatto sulle tariffe elettriche pagate dai consumatori, che, avverte la stessa Autorità per l’energia, «sarà graduale negli anni, riconoscendo a Terna i maggiori costi operativi a partire dal 2016, cui si aggiungerà la remunerazione del capitale a partire dal 2017».
LA VALORIZZAZIONE
Per l’Autorità, la valorizzazione di 674 milioni «è di poco inferiore alla valutazione economico-contabile secondo la metodologia tariffaria del costo storico rivalutato», pari a 680 milioni. Mentre le Ferrovie erano arrivate a stabilire un valore di 970 milioni, con un metodo giudicato dall’Autorità per l’energia «non coerente con la regolazione elettrica». Quindi le parti, per individuare il prezzo definitivo, partiranno dai 674 milioni stabiliti dall’Autorità. Tenendo conto del fatto che dovrebbero rientrare nel perimetro della cessione anche gli oltre 800 chilometri di rete elettrica di proprietà di Ferrovie già oggi parte della Rtn, un punto di incontro ragionevole tra venditore e compratore potrebbe essere vicino a 750 milioni. Va sottolineato che la parte del prezzo eccedente la base fissata dall’Authority non si tradurrà in maggiori tariffe elettriche.
Un anno fa, Terna e Fs avevano siglato un’intesa non vincolante, nell’intento di chiudere la partita entro la scorsa estate. «Stiamo trattando con Ferrovie e siamo molto avanti, concluderemo entro l’anno», ha detto l’11 novembre l’amministratore delegato di Terna, Matteo Del Fante. «La cessione della rete elettrica a Terna si farà entro la fine dell’anno», gli ha fatto eco a inizio dicembre il neo amministratore di Fs, Renato Mazzoncini.