|
|
|
Pescara, 23/11/2024
Visitatore n. 740.930
|
|
|
|
|
|
09/12/2015
Il Messaggero
|
Manovra, per la Sicilia salvagente da 1,4 miliardi |
|
ROMA Il governo ha deciso di forzare la mano con l’Ue. Ieri Palazzo Chigi e Tesoro avrebbero deciso di portare subito il deficit al 2,4%, incamerando nei fatti la clausola sulla «sicurezza» che vale 2 decimali di punto e che sarà decisa dalla Commissione solo in primavera. Senza questa forzatura, il governo per inserire sin da subito nella manovra le misure annunciate da Matteo Renzi, dagli 80 euro per le Forze dell’Ordine ai 500 euro del bonus per i diciottenni, avrebbe dovuto inventarsi una nuova clausola di salvaguardia, un aumento dell’Iva o qualcosa del genere. In questo modo, invece, Palazzo Chigi ha deciso di mettere Bruxelles di fronte al fatto compiuto. Il problema non sono tanto i soldi per la sicurezza. Il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, ha assicurato in tutte le salse che gli investimenti in questo campo potranno essere scomputati dal fiscal compact. Il nodo da sciogliere riguarda le spese per la cultura. Renzi ha intenzione di dimostrare che mandare i ragazzi al cinema o a teatro, è un investimento sulla sicurezza. Una tesi che non è detto venga avallata da Bruxelles. Per questo si era anche pensato di iniziare a finanziare questi interventi utilizzando l’extra gettito della «volutnary disclusure», che ha portato nelle casse del Tesoro almeno 500 milioni in più del previsto. A questo punto il governo dovrà effettuare comunque un altro passaggio formale con le Camere, trasmettere una relazione nella quale spieghi la nuova linea. Ma non servirà un voto, perché il Parlamento aveva già autorizzato l’esecutivo a portare il deficit fino al 2,4%. Ieri c’è stata una girandola di vertici sulla manovra. Dallo stop alla sanatoria delle aliquote Tasi, alla rimodulazione del canone Rai, saranno diversi i correttivi del governo. Per il Sud è confermato il credito di imposta per chi investe. Le aliquote saranno decrescenti: 20% per le pmi, 15% per le medie e 10% per le grandi. Resta invece ancora in bilico l’allungamento di un altro anno per la decontribuzione per i nuovi assunti. Tra le modifiche spunta anche una norma “salva Sicilia”, uno stanziamento di 1,4 miliardi per sistemare i conti dell’isola. In pratica lo Stato girerebbe a Palermo la riscossione delle buste paga degli statali siciliani che era invece stata accentrata nel Lazio. Una circostanza che avrebbe fatto crollare le entrate tributarie della Regione. Il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha invece criticato un emendamento della grillina Carla Ruocco (membro del direttorio del 5 Stelle) che ha proposto l’abolizione del tetto di 3 mila euro ai contanti. Zanetti ha sottolineato come in Veneto i grillini si dicono difensori dei commercianti, ma poi assumono posizioni da sinistra radicale.
|
|
|
|
|