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Pescara, 23/11/2024
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Data: 10/12/2015
Testata giornalistica: Prima da Noi
«La Saga è un colabrodo, commissariarla prima che sia troppo tardi». L’intervento di Armando Foschi che chiede decisioni drastiche per evitare il peggio

ABRUZZO. «La Saga è diventata un ‘colabrodo’ senza fine il cui costo, nonostante le continue ‘trasfusioni’ di liquidità da parte del Governatore D’Alfonso e del Consiglio regionale, ricadrà pesantemente sulle tasche degli abruzzesi. L’ultimo intervento, ovvero l’erogazione nelle casse della Società, che gestisce i servizi a terra dell’aeroporto di Pescara, di 3milioni di euro è affiancato dai pareri negativi di tutti gli uffici finanziari della Regione, e non è contemplato dalle leggi europee che sicuramente apriranno una procedura di infrazione nei confronti dell’Ente».

Se ne è accorto anche Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ che è venuto a conoscenza delle carte inerenti la Saga tenute ben segrete e anticipate alcune settimane fa da PrimaDaNoi.it.

Foschi assicura che invierà tutto il fascicolo all’attenzione dell’Enac per chiedere il suo intervento urgente per commissariare la Saga e avviare un bando per la privatizzazione dello scalo, «prima che venga declassato facendo la fine di quello di Rimini».

Tutte cose già scritte e cadute nel vuoto –come nelle migliori tradizioni- e che non hanno sortito alcun effetto o riflessione aggiuntiva alla decisione che la politica aveva già preso, poi sugellata dal voto di maggioranza del Consiglio regionale

«La situazione è drammatica – ha detto Foschi -: ormai la Saga non riesce a produrre utili, forse aumenta il numero dei passeggeri, ma, dopo aver chiuso il bilancio al 31 dicembre 2014 con una perdita di 7milioni 740mila euro, non ha mai presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e all’Enac un Piano industriale, con relativo Piano economico-finanziario, utile a dimostrare che comunque lo scalo è in grado di raggiungere l’equilibrio finanziario almeno in un triennio. Peraltro la mancata presentazione del Piano Industriale già da solo può determinare l’esclusione del nostro aeroporto dall’elenco dei 26 scali di interesse nazionale. Il 26 gennaio 2015 la Regione ha deciso una nuova ricapitalizzazione, per 7 milioni di euro, dopo che già la ricapitalizzazione del 2014, per 5milioni 972mila euro, era stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale visto che la Regione non aveva ricevuto l’approvazione preliminare della Commissione Europea, l’unica abilitata a giudicare se si trattasse di aiuti di stato compatibili. Sperando di bypassare tale inghippo, il Governo D’Alfonso si è inventato una nuova ‘ricapitalizzazione come aiuto al funzionamento dello scalo’, che però non esiste nella legge europea, e comunque poteva essere varato solo dopo l’approvazione del Piano industriale, ratificato solo il 7 settembre scorso, ovvero otto mesi dopo l’erogazione dei 7 milioni di euro».



L’8 ottobre 2015 è iniziato l’iter di una nuova legge regionale al fine di erogare altri 500mila euro di aiuti alla Saga; durante il suo viaggio nelle Commissioni, il contributo è lievitato dai 500mila a 1 milione di euro prima, per poi salire ancora a 3milioni di euro, fondi presi dal capitolo inerente l’Imposta regionale Irpef sulle attività produttive, sulla base di una presunta maggiore entrata che però non è stata mai certificata dagli uffici finanziari.

Negativi i pareri degli stessi Uffici finanziari sia sulla nuova erogazione di liquidità sia sui prelievi sul capitolo Irpef, che ha peraltro trasformato la Saga in una nuova ‘tassa’ a carico di tutti gli abruzzesi.

La legge, tuttavia, è stata ugualmente approvata dalla maggioranza del Governatore D’Alfonso, mettendo a rischio non solo le casse regionali, ma la sopravvivenza stessa dello scalo abruzzese che, evidentemente, l’attuale governance della Saga non riesce a gestire.

«Le continue iniezioni di denaro, mascherate sotto la parvenza delle ‘ricapitalizzazioni’, non salveranno i conti, visto che la società fa acqua da tutte le parti, un colabrodo che prosciuga i conti pubblici, e anche la struttura tecnica regionale ha chiesto a più riprese un esame dei fascicoli da parte del Collegio dei Revisori dei Conti», dice Foschi.

Di fatto la situazione è pesante e gestita in totale “riservatezza” nonostante precisi obblighi o buon senso consiglierebbe ben altro.

Ben presto la situazione esploderà perché diventata troppo grande per rimanere nei confini provinciali, regionali e forse persino nazionali.

Rimane per certi versi incomprensibile il silenzio degli attuali gestori e componenti del cda che hanno ereditato una situazione deflagrante creatasi nel passato, silenzio che di fatto nasce da una volontà precisa di non sanzionare, colpire o denunciare chi si è reso responsabile di perdite per decine di milioni di euro e scelte azzardate e, forse, poco in linea con le norme.

Scelta anche questa di peso visto che fino ad ora quelle responsabilità sono state continuamente sanate con soldi pubblici. Con la scelta del silenzio, dunque, anche l’attuale gestione Mattoscio ha deciso di saldarsi con il passato anzichè proporsi come autentica e fattiva rottura.

Intanto oggi la Giunta Regionale ha approvato un progetto di riqualificazione dell'aeroporto d'Abruzzo per un ammontare complessivo di 8,3 milioni di euro. In particolare si tratta del "Completamento e rafforzamento del sistema logistico di mobilità regionale per favorire lo sviluppo economico territoriale in riferimento alla movimentazione passeggeri e merci" (importo finanziamento 3,9 mln) e della "Riqualificazione area landside" (importo finanziamento 4,4 mln. I due interventi rientrano nel quadro del Programma PAR FSC Abruzzo 2007/2013- Linea d'Azione III.2.2.a.

Ora il futuro prossimo si fa sempre più grigio sia per la mancanza di liquidità (che porrà problemi persino di pagamento degli stipendi), sia per i debiti che dovranno essere onorati (ma i 3mln della Regione non bastano), sia per i filoni amministrativi aperti come quello al ministero e all’Enac ma anche con molta probabilità in Europa dove la Commissione potrebbe aprire un procedimento di infrazione contro la Regione. E in tutto questo trambusto difficile pensare che nessuna procura abbia deciso di iniziativa di vederci chiaro, magari anche sollecitata da qualche esposto di chi nel silenzio ha deciso di dissociarsi.

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