ABRUZZO. Bilancio in bilico, pareggio sempre più lontano. Così arriva l’idea di un mutuo da circa 100 milioni che la giunta D’Alfonso già la prossima settimana porterà la proposta in Consiglio regionale.
Sembra essere questa l’unica soluzione per tappare i buchi che inesorabilmente si sono aperti nel frattempo e che magari hanno cause diverse e magari pregresse oppure sono frutto di scelte operate da questa giunta regionale. Per esempio è il caso della sanità dove deliberatamente commissario e assessore hanno deciso da una parte di aumentare il budget alle cliniche private e dall’altro tagliato reparti, ospedali e servizi con una incidenza netta sui bilanci che a saldo però sono negativi pe almeno 50mln di euro. Se le previsioni e le indiscrezioni pubblicate già settimane fa e bollate come «disinformazione» dovessero rivelarsi reali allora il mutuo per metà andrà a colmare proprio il debito accumulato in un anno nella sanità.
Sarà pure il caso di fare qualche riflessione aggiuntiva se dopo le lacrime ed il sangue c’è da rimetterci anche altri soldi…
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La Regione ha scoperto di recente che smaltire i 530 milioni di debiti accumulati non sarà possibile allungando il mutuo fino a 30 anni. Lo stop è arrivato dal Governo che con il “decreto salva Regioni” ha consentito l’ulteriore “spalmatura” solo di 170 milioni relativi alla spesa corrente. Per pagare i debiti con i fornitori la Regione dovrà dunque accendere un secondo mutuo da circa 100 milioni.
C’è poi un’altra opportunità, quella di salvarsi da un eventuale mutuo ma questo accadrà solo se verrà approvato un emendamento alla legge di stabilità presentato dal deputato del PD Antonio Castricone. La modifica normativa a quel punto consentirebbe alle Regioni italiane di rientrare dal disavanzo in un tempo più lungo. Già la scorsa estate il parlamentare si è attivato con il Ministero dell’Economia per far inserire la norma che attualmente permette il rientro in sette anni, il nuovo emendamento li porterebbe a 15. Questo agevolerebbe la formazione del Bilancio Regionale senza ricorrere a tagli pesanti che inciderebbero anche su servizi essenziali…
Visto che l’emendamento è del Pd, presentato mentre governa il Pd dovrebbe essere quasi una certezza la sua approvazione ma se D’Alfonso si muove su altri canali vuol dire che non ci crede nemmeno lui…
L’idea di un mutuo milionario non piace assolutamente al presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, che sostiene che sia un vero e proprio «ritorno al passato» che prevede elargizioni da una parte e inevitabile aumento del debito dall’altra.
Tra l’altro su questo argomento sono intervenuti anche gli uffici interni della Regione che hanno espresso un parere negativo che pesa come un macigno alla luce di quanto evidenziato dalla Corte dei Conti. «E’ arrivata infatti un’altra bocciatura, la seconda – aggiunge Febbo – da parte dell'Organo di controllo che ha sanziona l’Abruzzo perché non ha ancora presentato il bilancio di previsione del 2015».
Un Bilancio che secondo la Corte dei Conti non offre copertura finanziaria a nuove spese non prevedendo stanziamenti per gli esercizi futuri.
«Ora sembra più chiaro il motivo dei 380 mila euro messi in Bilancio per la nomina di 2 giudici della Corte dei Conti: nomina mai fatta prima, perché oggi?», domanda Febbo che guarda indietro: «oggi, dopo quasi 2 anni di governo si deve già correre ai ripari, al momento del nostro insediamento (nel 2009) trovammo una situazione disastrosa con oltre 4 miliardi di euro di debiti. Dopo 5 anni e mezzo siamo riusciti a risanare la sanità, migliorando da un lato il Bilancio e risollevando dell’altro i Lea (Livelli essenziali di Assistenza). Il centrosinistra invece è costretto a ricorrere a un mutuo nonostante non sia costretto a pagare, a differenza nostra, ben 65 milioni di euro di cartolarizzazioni».
Febbo contesta le spese della giunta D’Alfonso dalla partecipazione alla Barcolana di Trieste, alla più recente presenza al Cop 21 di Parigi, con tanto di consistente delegazione, o ancora i progetti faraonici del presidente D’Alfonso pronto a utilizzare risorse Fas per la costruzione del Ponte del Mare (poi bocciato dalla Soprintendenza) o ancora 350 mila euro per beni immateriali (riconoscimento, cioè finanziamento, manifestazioni beni materiali).
E Febbo non dimentica di citare gli 8 milioni di euro destinati alla Sanità privata mentre nel pubblico si preferisce chiudere e tagliare indiscriminatamente sul territorio regionale.
«Tutto accompagnato da una incessante comunicazione auto celebrativa fatta di continui spot elettorali attraverso, affissioni 6x3, spazi acquistati solo su alcune emittenti televisive, siti internet o i grandi eventi promozionali per esaltare le proprie (costose) gesta come la demolizione dell’ex Cofa. Che dire poi dell’esoso salvataggio di Abruzzo Engineering? O della decisione di rivoluzionare la macchina organizzativa regionale spostando funzionari dell’agricoltura in altri uffici a fare tutt’altro salvo poi decidere di affidarsi, a pagamento, al lavoro di soggetti esterni negli uffici dell’agricoltura?»