ROMA Altri centomila assunti con contratto a tempo indeterminato: prosegue anche ad ottobre la marcia del lavoro fisso. Secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps nei primi 10 mesi dell’anno i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono stati 1.437.547 (la rivelazione del mese scorso relativa ai primi 9 mesi si fermava a 1.330.964) e altri 406.691 hanno ottenuto l’agognata stabilizzazione (35.539 nel solo mese di ottobre). Complessivamente da gennaio a ottobre quindi sono stati attivati oltre un milione e ottocentomila contratti fissi (il 29,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2014); nel frattempo tra pensionamenti, dimissioni ed esuberi un milione e 336.547 persone hanno chiuso il loro contratto: il saldo del periodo è positivo per oltre mezzo milione di posti.
IL RECUPERO
Insomma, un po’ alla volta, passo dopo passo, va avanti il recupero di posizioni bruciate dalla lunga crisi. Un recupero iniziato nel 2014 e diventato più costante e incisivo quest’anno: basti pensare che nello stesso periodo dello scorso anno, il saldo tra attivazioni e cessazioni di contratto a tempo indeterminato era di 92.114. Adesso è di 507.691, ovvero 415.577 in più. Un bel balzo.
Sono gli effetti della ripresa, per quanto ancora timida. Sono anche gli effetti di una serie di misure - decontribuzione e jobs act - prese dal governo. A differenza delle precedenti rilevazioni, stavolta l’Inps non fornisce il dato di quante assunzioni hanno usufruito dell’agevolazione contributiva («le festività dei primi giorni di dicembre hanno causato un ritardo nell’elaborazione delle denunce, che non ha consentito i tempi tecnici per quantificare il numero dei rapporti attivati con l’esonero» si spiega), per cui non sappiamo se si è già superato il milione fissato come obiettivo. Al di là di tutto c’è da sperare che il trend continui ancora a lungo e che non subisca un rallentamento nei primi mesi del prossimo anno (per il 2016 la misura è stata fortemente ridimensionata). Uno dei risultati più importanti di quest’anno infatti è stata l’avvio dell’inversione di tendenza nella tipologia di contratti utilizzati per le assunzioni. Rispetto allo scorso anno le assunzioni a termine, pur rimanendo prevalenti, scendono di quasi 60.000 unità e la variazione è negativa anche per i contratti da apprendista (-43.834).
Detto ciò tra i nuovi assunti la quota di precari rimane comunque elevata: anche adesso sono quasi sette su dieci (2.985.244 su 4.422.821 totali). Ma il posto fisso sta recuperando posizioni: rappresentava il 34,8% del totale assunzioni nei primi 10 mesi del 2013, è il 38,2% adesso.
La rimonta del posto fisso - che il governo vorrebbe diventasse la regola - si fa sentire un po’ dappertutto, ma con maggiore intensità al Nord. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono aumentate, rispetto allo scorso anno, del 48% nel Nord Est, del 38,9% nel Nord Ovest, del 36,5% nel Centro. Anche le regioni meridionali e le isole registrano progressi, ma decisamente inferiori: rispettivamente +14,9% e +9,4%.
PRESTAZIONI FLESSIBILI
Che la flessibilità piaccia ai datori di lavoro, d’altronde lo si può dedurre dal boom dei voucher: da gennaio a ottobre ne sono stati venduti oltre 91,8 milioni, quasi il doppio rispetto al 2014 e il triplo rispetto al 2013.