ABRUZZO. Nell'ambito dell'emendamento regioni alla Legge di Stabilità, il deputato abruzzese di Ncd, Paolo Tancredi, ha dato parere favorevole ad un sub-emendamento che consentirà alla Regione Abruzzo un rientro più graduale del debito sanitario che potrà essere spalmato in dieci anni, anziché in sette.
«Questo garantirà la destinazione di maggiori risorse al comparto sanitario e quindi si tradurrà in una sanità più efficiente», commenta soddisfatto Tancredi che ha ‘regalato’ alla giunta D’Alfonso una bella boccata d’ossigeno.
Ma dall’altro lato c’è Forza Italia che protesta, contesta e boccia il documento di Programmazione Economico Finanziaria stilato da D’Alfonso, definito «un documento frettoloso, scarno di programmi ambiziosi, avulso da una solida politica di sviluppo e senza la minima idea di come far crescere l’Abruzzo per affrontare i temi che bloccano la crescita».
«Dopo due anni di governo, presentare un Dpef vuoto senza uno straccio di idea strategica su come risollevare l’Abruzzo dalla grave crisi economica», dicono Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, «è un chiaro segno dello sbando politico amministrativo di questa, ormai sempre più debole, maggioranza di centro sinistra. Infatti più che un progetto di lavoro il documento sembra ancora una volta un manifesto da campagna elettorale: tutte cose da mettere ancora in cantiere».
Secondo Sospiri dopo un anno si può dire che non è cambiato nulla, anzi «solo e ancora tasse e chiacchiere».
«Un’amministrazione», continua il consigliere regionale, «che all’interno del un Documento vitale dove per i prossimi tre anni non inserisce politiche di crescita e abbattimento delle tasse possiamo solo certificare come questo governo regionale sia fallimentare. I dati Svimez certificano come l’Abruzzo, rispetto alle altre regioni italiane, sia cresciuta meno in termini di Pil. Una Regione per far crescere e sviluppare la propria economia deve necessariamente incidere sul carico fiscale altrimenti può ritenersi fallimentare e inconcludente».
«Un documento – commenta Febbo – dove si registra l’assenza di strategia e di prospettiva negli società partecipate dalla Regione. Saga, Tua, Abruzzo Engineering, Centri di Ricerca, Arap, Ciapi, Ipab, Ater: tutti Enti che, come promesso in campagna elettorale, attendono ancora il processo di razionalizzazione per essere funzionali, competitivi e al servizio dell’Abruzzo».
Lo stesso assessore Paolucci, ieri durante i lavori in Commissione, ha dovuto ammettere come la situazione finanziaria del Cotir sia stata aggravata per non aver portato avanti il progetto di legge del Centro Unico di Ricerca di Febbo.
C’è poi il Fondo immobiliare promesso dall’assessore Di Matteo da destinare alle Ater che attendono da tempo di essere anch’esse unificate. Inoltre mancherebbe una visione programmatoria sulla politica industriale, turistica, ambientale e energetica.
Per quanto riguarda la sanità– continuano Febbo e Sospiri – «non vi è traccia di un crono programma sulla costruzione dei cinque nuovi presidi ospedalieri di Lanciano (deve ancora essere individuato la sua localizzazione),Vasto, Sulmona, Avezzano e Giulianova».
Sempre nel documento i consiglieri di opposizione si aspettavano di trovare se ci sarà la ASL unica regionale mentre sempre l’assessore Paolucci ha confermato in Commissione la ferma volontà di portare avanti sia unificazione delle Asl sia il mega progetto del gruppo Maltauro. Come non vengono menzionati i tagli ai danni di diversi reparti fondamentali come quello più eclatante dei Punti Nascita presso gli ospedali di Ortona, Atri, Sulmona e Penne in barba all’ultimo Decreto Lorenzin del 11 novembre dove vi sono deroghe per tenere aperti i Punti nascita.
IL MUTUO DA 100 MLN
Intanto martedì prossimo in Consiglio regionale la maggioranza intende approvare un mutuo di 100 milioni di euro.
Il PdL, spiega il proponente Pierpaolo Pietrucci, «non prevede un nuovo indebitamento, perché il mutuo cui si riferisce è stato già autorizzato con legge finanziaria del 2007. La mia legge si rende necessaria per rimettere in termini gli uffici tecnici della Regione consentendo loro di contrarre il mutuo precedentemente autorizzato. Si tratta di due interpretazioni differenti, quindi».
«La mia legge», continua Pietrucci, «consentirebbe piuttosto di abbassare di 100 milioni di euro il disavanzo di amministrazione della Regione, passando dai 538 milioni rilevati al 31/12/2013 a 438, con una rateizzazione annua che consentirebbe alla regione di non dover ricorrere a dolorosi tagli della spesa che possano compromettere gli essenziali interventi a sostegno dei servizi. Ricordo, al riguardo, che in base alla legge il ripiano del disavanzo deve obbligatoriamente avvenire in sette anni, mentre il mutuo consente un ammortamento trentennale, come, del resto, la medesima legge prevede per il ripiano del debito derivante dal riaccertamento straordinario dei residui al 31/12/2014».