VASTO Natale amaro per i lavoratori vastesi. Non c’è solo la crisi del Cotir, dove da due anni non si percepisce lo stipendio. I dipendenti, lunedì mattina, andranno in processione a piedi al santuario della Madonna dei Miracoli. Fino ad allora prosegue l’occupazione della sede e lo sciopero della fame. Ieri sera è stato acceso il terzo lumino alla finestra. «Da settembre 2014 i dipendenti dell’Istituto San Francesco non ricevono più con regolarità lo stipendio», racconta la Cgil. «Il giorno di paga è scomparso sia per i dipendenti della sede centrale della Marina che per quelli delle sedi periferiche. I dipendenti continuano con professionalità, umiltà e amore a lavorare e prendersi cura degli utenti e ogni giorno c’è anche chi percorre 70 chilometri per raggiungere, puntuale, il posto di lavoro, ma lo stipendio, ahimè, puntuale non lo è più», rimarca Daniele Leone in una singolare letterina di Natale. A 50 anni ci sono dipendenti che non sanno se riceveranno lo stipendio e hanno un mutuo da pagare, figli da crescere, bollette in scadenza. Hanno bisogno dei soldi per mangiare, affrontare le spese sanitarie e mettere la benzina alla macchina per potersi recare a lavoro. «L’amministrazione ha provato a spiegarci che le Asl da tempo pagano in ritardo. Questo si traduce negativamente nella vita quotidiana delle nostre famiglie», la Fp-Cgil si dice preoccupata per quello che sta accadendo nel Vastese. Dopo che la Golden Lady di Gissi ha chiuso i battenti lasciando a casa 400 famiglie, è toccato alle 50 famiglie della Sider Vasto, e ora ai lavoratori del Cotir. C’è chi non riscuotendo lo stipendio con regolarità rinvia le visite mediche per sé e per la famiglia, riduce il consumo di carne a una sola volta a settimana. Impossibile per molti andare mandare i figli al cinema o in pizzeria con gli amici, o fare i regali di Natale. «Di chi è la colpa?», chiede la Cgil, «forse dello Stato che non paga le Regioni regolarmente e quest’ultime non pagano le Province, i Comuni e le Asl che a loro volta non pagano con regolarità imprese e aziende. Le quali, di conseguenza, impongono lo stesso trattamento ai propri dipendenti, trattenendo e ritardando la paga senza pagare gli interessi di mora. I dipendenti senza stipendio, sono l’anello debole della catena». E non è un sereno Natale neppure per i lavoratori delle autolinee Cerella. La Rsa della Filt Cgil denuncia la situazione critica nella quale versano i lavoratori della ditta, partecipata della nuova società unica, Tua spa, titolare del contratto di servizio di trasporto pubblico locale. «Già in passato questa organizzazione aveva denunciato i mancati o ritardati pagamenti degli stipendi. Ora la questione è tornata prepotentemente alla ribalta nel peggior modo possibile e in un periodo dell’anno coincidente con le festività natalizie. Sono già due mesi consecutivi che i lavoratori devono fare i conti con un’azienda sostanzialmente inadempiente da un punto di vista contrattuale e formalmente scorretta da un punto di vista morale. A rendere più grave la situazione», denuncia il sindacato, «è la minaccia costante e l’incertezza con cui i lavoratori arrivano al 10 del mese: lo stipendio di ottobre è stato percepito il 30 novembre e quello di novembre, che sarebbe dovuto arrivare il 10 dicembre, non è stato ancora pagato. Senza parlare delle tredicesime»