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Pescara, 23/11/2024
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Data: 13/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu-Tasi, no agli aumenti dei Comuni. Destinati alla Rai i due terzi delle maggiori entrate derivanti dalle nuove modalità di pagamento del canone.

Passa l’emendamento che vieta la sanatoria nelle città che avevano deliberato il rincaro dopo il 30 luglio 2015.

ROMA Il rischio di un aumento Imu-Tasi, sotto forma di conguaglio nel 2016, non c’è più. Un emendamento alla legge di Stabilità, approvato ieri in commissione Bilancio alla Camera, stabilisce che viene «abrogata la sanatoria delle deliberazioni relative a regolamenti, aliquote e tariffe di tributi adottate dai Comuni dopo il termine del 30 luglio 2015». E dunque è nulla la norma inserita nel passaggio della manovra al Senato che aveva dato l’ok ai 844 Comuni che avevano modificato le aliquote fuori tempo massimo. Occorre peraltro ricordare che già nel decreto di proroga della scadenza per il rientro dei capitali la maggioranza aveva cercato di approvare la medesima sanatoria ma il tentativo era stato bloccato dalla presidenza del Senato per l’estraneità della materia rispetto alla voluntary disclosure. Il nuovo stop ferma 2.188 delibere ed evita, tra l’altro, aumenti impositivi in 9 città capoluogo di provincia tra i quali Napoli, Avellino, Frosinone, Mantova Rieti, Terni e Trieste. La commissione Bilancio della Camera punta ad approvare entro lunedì tutti gli emendamenti per consentire l’approdo in aula dal giorno successivo.
LE ALTRE MISURE
Nella seduta di ieri via libera a molti provvedimenti significativi. A cominciare dalla Rai. I due terzi del «tesoretto canone», ovvero le maggiori entrate previste per il 2016 (circa 600 milioni) dalle nuove modalità di pagamento, resteranno in azienda. La parte rimanente sarà utilizzata per l’esenzione del canone per gli ultra 75enni con reddito inferiore a 8 mila euro, al fondo per il pluralismo dell’informazione radio-tv fino a un massimo di 50 milioni e al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Confermate le norme del pacchetto giochi. In particolare, divieto di pubblicità, con l’eccezione delle lotterie nazionali, durante i giochi a premi su radio e tv dalle 7 alle 22. Inoltre il prelievo erariale unico sulle newslot viene innalzato al 17,5% (2,5 punti in più rispetto alla misura prevista dalla manovra) e viene ridotto il payout (ovvero la percentuale degli incassi usata per i premi), che passa dal 74 al 70% della raccolta. Arriva la proroga nel 2016 per le province e le città metropolitane per rinegoziare le rate di ammortamento in scadenza dei mutui che non siano stati trasferiti al Mef. L’emendamento prevede inoltre che le province e le città metropolitane «possono predisporre il bilancio di previsione per il solo 2016». E, sempre in tema di enti locali, ecco 600 milioni in più alle Regioni a statuto ordinario per la riduzione del debito. Il fondo, inizialmente pari a 1,3 miliardi, sale a 1,9. L’emendamento stanzia anche 900 milioni per la Sicilia. Il fondo del Mediocredito avrà 300 milioni, in 10 anni, per finanziare l’export. Cambia il sistema delle agevolazioni per il cinema. Nel dettaglio, le aliquote del tax credit interno produzione, tax credit esterno produzione e tax credit distribuzione potranno essere rimodulate attraverso diverse misure di incentivazione. Sempre in tema di spettacoli, un emendamento prevede che il 10% dei compensi Siae saranno destinati per attività di promozione «al fine di garantire la creatività dei giovani autori». Intanto ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha confermato che arrivare a un deficit del 2,4% invece che del 2,2% nel 2016, a condizione che ci sia l’ok dell’Ue, «è possibile in ragione dei 2 miliardi in più per la sicurezza».

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