ROMA A gennaio i pensionati italiani non subiranno una piccola ma antipatica trattenuta, che sarebbe stata ancora più vistosa in una situazione in cui l’assenza di inflazione azzera gli incrementi annuali. Ed alcuni di loro invece si vedranno un po’ aumentare la pensione per altra via, cioè attraverso una riduzione del prelievo fiscale. Il nuovo emendamento del governo depositato ieri in commissione Bilancio della Camera interviene sul tema previdenza: non però sulle regole per andare in pensione, ma su rivalutazione e tassazione dei trattamenti già in essere.
L’INDICE DEI PREZZI
Il punto di partenza è la dinamica dei prezzi al consumo, che quest’anno rasenta lo zero. Anzi, la variazione 2015 acquisita fino al mese di novembre è leggermente negativa (-0,1 per cento) se si considera l’indice delle famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi (Foi), che è quello effettivamente utilizzato per pensioni e affitti ed è diverso dall’indice generale (Nic). A fine anno le cose probabilmente staranno ancora così, ma già a novembre il governo aveva provvisoriamente stabilito un incremento nullo anziché negativo. Ora con l’emendamento stabilisce che in ogni caso anche in sede definitiva la variazione potrà essere alla peggio pari a zero ma mai negativa.
Ma c’è dell’altro: nel 2016 l’Inps avrebbe dovuto trattenere uno 0,1 per cento di rivalutazione riconosciuta in più all’inizio di quest’anno, visto che a consuntivo l’inflazione 2014 era risultata pari allo 0,2 per cento invece che allo 0,3 determinato in via provvisoria. La somma è piccola, e di solito in questi casi viene prelevata con le prime due rate di pensione: ad esempio, in termini lordi, una pensione di 1000 euro al mese avrebbe dovuto darne indietro complessivamente 13: poco, ma quanto basta dal punto di vista psicologico per far notare il segno negativo rispetto all’anno precedente. La trattenuta invece non ci sarà: il governo ha stabilito che è rimandata al 2017, quando presumibilmente l’andamento dei prezzi tornerà a gonfiare un po’ gli assegni pensionistici e quindi la minuscola decurtazione risulterà più indolore.
LA SOGLIA
Infine la cosiddetta no tax area, ovvero la soglia fino alla quale per effetto delle specifiche detrazioni i redditi pensionistici non pagano Irpef: viene incrementata a 7.750 euro l’anno per i pensionati fino a 75 anni e a 8.000 per quelli più anziani. L’effetto di riduzione del prelievo si trascina anche sulle pensioni al di sopra di questo limite, fino ai 15 mila euro lordi l’anno, con un beneficio medio di 50-100 euro l’anno. L’alleggerimento del prelievo sarebbe dovuto scattare nel 2017, ma è stato deciso di anticiparlo a quest’anno. In questo modo almeno i trattamenti bassi riceveranno per via fiscale quell’incremento che invece non passa per il meccanismo della perequazione. Il minor gettito per le casse dello Stato è pari a 146,5 milioni per il 2016.
I CAMPER
Passando al capitolo immobiliare è stato approvato in commissione un emendamento parlamentare che introduce la soluzione del leasing anche per la casa. Come per l’auto, sarà possibile pagare un canone all’intermediario finanziario e poi decidere se riscattare l’immobile alla fine del periodo. Piccola ma gradita novità per i camper: chi deciderà di rottamare quello vecchio per acquistarne uno meno inquinante potrà contare su un contributo fino a 8 mila euro.
La nuova ondata di modifiche sta facendo allungare i tempi dell’esame parlamentare. A questo punto, visti anche gli altri impegni di Montecitorio, il debutto della manovra nell’aula della Camera non potrà avvenire prima di domani. Tra i nodi ancora da sciogliere uno riguarda sempre la previdenza: si ragiona se estendere ulteriormente il meccanismo dell’opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione a partire dai 57 anni ma con un trattamento ridotto, calcolato con il sistema retributivo.