ROMA È presto per parlare di criteri già fissati per i rimborsi dei bond «azzerati». Ma una traccia c’è. Un primo quadro degli «abusi» sul quale sono al lavoro Consob e Bankitalia, serve a fornire al Tesoro uno schema d’azione che punterà prima di tutto a distinguere i cosiddetti «truffati», con tanto di motivazione di nullità del contratto per esempio, che devono rivalersi sulle banche, dai «raggirati», quanti hanno invece firmato senza neanche sapere cosa fosse. Nel caso del salvataggio bancario spagnolo di BFA-Bankia, Novagalizia e CatalunyaCaixa era stata una società indipendente a stabilire chi aveva accesso all’arbitrato veloce. Per quanto riguarda i bond subordinati Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti (l’1% dei clienti) solo chi ha subito un «abuso», perchè pur avendo un profilo oggettivamente da «basso rischio», come da questionario Mifid, si è trovato impigliato in prodotti ad «alto rischio» come i bond subordinati delle quattro banche, potrà puntare ai 100 milioni del fondo di solidarietà e quindi fare richiesta di accesso all’arbitrato.
CACCIA AGLI «INSIPIENTI»
Con quale ordine gli arbitri del governo valuteranno le richieste? È uno degli argomenti cruciali al vaglio del Tesoro che pur di confezionare un meccanismo blindato, anche a prova di Commissione europea, sta guardando al modello spagnolo. Ecco dunque che dovrebbero essere privilegiati nei rimborsi i risparmiatori più esposti, che non avevano molto e hanno perso oltre il 50% dell’investimento. Vale a dire quei 1.010 risparmiatori fotografati dalle analisi del team di Nicola Nicastro, presidente delle Nuove banche (27,4 milioni di euro).
Ma i criteri da tenere presente, saranno anche altri. L’età per esempio, mettendo in prima linea i pensionati. Ma potrebbero essere considerate prioritarie anche le entrate familiari più basse, come da modello spagnolo. E ancora, potrà entrare in gioco la maggiore percentuale di investimento sul totale del patrimonio familiare e più in generale il volume dell’investimento, con priorità per quelli inferiori. I casi saranno analizzati uno per uno e i criteri saranno incrociati in modo da avere una platea precisa di «risparmiatori deboli». Solo allora si potrà capire se andare al riparto dei 100 milioni o se sarà necessario alzare l’asticella come ipotizzata ieri il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio.
IL FARO UE
In ogni caso, lo schema di azione dell’arbitrato veloce, questo è molto chiaro, vedrà la luce con il benestare Ue. E non è un caso se ieri Bruxelles ha fatto sapere che le intenzioni del governo sulle compensazioni sono da promuovere. «Sosteniamo le intenzioni del governo italiano che consentiranno ai risparmiatori di chiedere compensazioni alle banche per qualunque vendita fraudolenta e di imparare dall'esperienza di altri casi simili già avvenuti in altri Paesi», ha puntualizzato un portavoce della Commissione.
È presto per fare i conti, ma l’ultima fotografia dei bond incriminati delle quattro banche parla di 329 milioni di euro, lì dove però sommando i clienti «più esposti (1.010) a quelli «medi» (1.484 clienti) si arriva a superare di poco i 120 milioni. Va precisato inoltre che per clienti di eposizione «media» si intende chi aveva presso la banca meno di 100.000 euro impegnati in obbligazioni subordinate tra il 30 e il 50%, oppure con oltre 100.000 euro impegnati in bond subordinate per oltre il 30%.
RIMBORSI A METÀ IN SPAGNA
Com’è andata a finire in Spagna? Secondo l'ultimo rapporto trimestrale della Commissione, a fine 2014 risultavano 423.122 titolari di azioni privilegiate che avevano sollecitato l'arbitrato per un importo totale di 6,675 miliardi, pari al 68% del totale. Degli arbitrati accettati (il 95%) ha ottenuto un laudo favorevole il 68% del totale, con la restituzione di complessivi 3,07 miliardi di euro, pari al 46% degli investimenti. Non è tutto, ma non è nemmeno poco.