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Data: 16/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
E’ bagarre sul bilancio del consiglio regionale

L’AQUILA Se lo scopo era quello di dare il buon esempio agli studenti delle scuole elementari di via Bosio di Chieti Scalo in visita ieri all’Emiciclo, il consiglio regionale non ha fatto certo una bella figura. E non solo per la bagarre scoppiata in aula tra il Movimento 5 Stelle (Marcozzi e Pettinari) e il consigliere Lucrezio Paolini dopo che i grillini avevano avvertito i ragazzini del mutuo e dei debiti che l’amministrazione stava per scaricargli addosso per i prossimi trent’anni (l’accensione del mutuo da 100 milioni di euro), ma anche e soprattutto perché, come ormai da prassi, fatto l’inno nazionale e luccicate le stellette davanti ai futuri elettori, l’assise si è persa ancora una volta in una interminabile seduta di commissione Bilancio. Il consiglio, così, è iniziato solo a tarda sera, quando gli studenti erano a letto e le forze ridotte allo stremo. OSTRUZIONISMO A bloccare la seduta è stata in particolare l’approvazione del bilancio del consiglio regionale: 25 milioni di euro con troppe voci inaccettabili secondo il M5S che, come promesso, ha fatto ostruzionismo e contestato più di un passaggio. Su tutti quei 380mila euro destinati alla nomina di due rappresentanti nella Corte dei Conti, che alla fine si è proposto di dimezzare. Uno anziché due giudici a nomina regionale, insomma: cambia la spesa, non il principio. C’erano poi i soldi spalmati in eventi, cultura e sociale: i 200mila euro aggiunti nella disponibilità della Presidenza (andranno a bando per il sociale) e quelli «intrusi » sulla legge 55. Perché alla fine si è scoperto che il falcidiato Fondo unico della cultura, quello sulla cinematografia, sulla tradizione coristica, sul Marrucino, era rimasto in cassa perché si erano «dimenticati» di fare i bandi attuativi: 330mila euro che rischiano di finire nel calderone dell’avanzo di amministrazione. E poi il nodo, e che nodo, sul mutuo da 100 milioni: impegnati negli anni precedenti per coprire spese in conto capitale e per il normale esercizio finanziario, ma mai realmente contratti e per questo andati ad appesantire il debito complessivo, quello da 538 milioni che ora, con l’accensione del mutuo, la maggioranza vuole alleggerire per ridurre l’entità delle rate da restituire in dieci anni. E poi interpellanze, interrogazioni, leggi all’ordine del giorno o inserite all’ultim’ora. Ce n’è abbastanza per proporre un aggiornamento della seduta: si discute di poco e niente, si torna in aula oggi.

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