Detraibile dall’Irpef il 50% dell’Iva versata al costruttore. Sì alla legge in commissione.
ROMA Una legge di Stabilità ben più voluminosa ha tagliato ieri sera il traguardo dell’approvazione in commissione Bilancio della Camera: decine di emendamenti, tra quelli presentati dal governo e quelli che portano invece la firma dei relatori hanno almeno in parte cambiato faccia alla manovra approvata dal governo a ottobre e poi modificata dal Senato. Dopo una maratona di 36 ore, il provvedimento ha avuto il via libera e domani sbarcherà in aula. Tra le ultime correzioni, anche un testo più volte annunciato in materia di sanità e infine approvato in serata che sulla carta dovrebbe dare il via libera a migliaia di assunzioni ma che è stato giudicato negativamente dai sindacati del settore, fermamente intenzionati a confermare lo sciopero in programma per oggi. E dopo le norme sul leasing, sono arrivate altre novità in tema di immobili, con la possibilità per chi acquista casa direttamente dal costruttore di detrarre dall’Irpef il 50 per cento dell’Iva pagata. Chi si muove in città in auto dovrebbe invece poter contare dal prossimo luglio sulla possibilità - garantita per legge - di pagare il parchimetro con bancomat o carta di credito.
ITER TRAVAGLIATO
Le norme sulla sanità hanno avuto i questi giorni un iter piuttosto travagliato. Intenzione del governo era presentare una proposta di modifica che metteva insieme la stretta in materia di responsabilità professionale, tendente a limitare le cause legali e i relativi risarcimenti, con un piano di assunzioni necessario per rispettare le indicazioni dell’Unione europea sul rispetto degli orari di lavoro. Alla fine, come precisato dalla stessa Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, si è scelto di separare i due capitoli. Siccome però i risparmi conseguenti dal primo avrebbero dovuto assicurare le risorse finanziarie necessarie per il secondo, saranno le Regioni stesse a dover provvedere attingendo alle misure di riduzione dei costi già in vigore, per assunzioni che saranno comunque a termine i attesa dei concorsi. Questa soluzione scontenta sia gli enti territoriali che i medici, i quali giudicando praticamente inutile il provvedimento hanno confermato in modo compatto lo sciopero di oggi. A rischio ci sono oltre due milioni di prestazioni tra visite ed esami.
Sul fronte fiscale spunta invece una novità che tocca l’acquisto dell’abitazione. Attualmente per quanto riguarda quella principale, l’imposta che si paga comprandola da un costruttore è minore di quella versata se il venditore è un privato: nel primo caso l’Iva è al 4 per cento, nel secondo l’imposta di registro è invece al 2. Questa differenza potrà essere recuperata per via fiscale, grazie alla possibilità di detrarre dall’Irpef, nell’arco di dieci anni, il 50 per cento dell’imposta sul valore aggiunto pagata. Un altro emendamento in materia di pagamenti, oltre a permettere quelli elettronici di piccolo importo come ad esempio per il caffè o il giornale, dispone che dal prossimo mese di luglio i parchimetri debbano permettere l’uso di bancomat o carta di credito.
L’OPZIONE DONNA
Ulteriori ritocchi sono arrivati anche in campo previdenziale, ma con un impatto decisamente limitato. Si tratta in particolare della cosiddetta opzione donna, ovvero della possibilità per le lavoratrici sia dipendenti sia autonome di accedere alla pensione con un notevole anticipo (57 anni e 3 mesi nel primo caso, 58 e 3 mesi nel secondo) e 35 anni di contributi versati, in cambio di un trattamento ridotto, in quanto calcolato con il meno favorevole sistema contributivo. In base alla stessa legge di Stabilità, questa facoltà potrà essere esercitata da tutte le interessate che maturano i requisiti entro la fine del 2015, conseguendo poi l’uscita effettiva anche un anno-un anno e mezzo più tardi a causa del meccanismo delle finestre. C’era una forte pressione per estendere e prolungare il meccanismo, ma il governo per ora si è limitato a stabilire che eventuali proroghe potranno essere decise solo dopo una verifica dell’andamento delle procedure in corso, in caso le risorse effettivamente spese risultino inferiori a quelle previste. Potranno invece andare in pensione prima, con le precedenti regole più favorevoli, i lavoratori del settore poligrafico in cassa integrazione in forza di accordi sottoscritti prima del 31 dicembre 2013, anche se la decorrenza del trattamento è successiva. Allo scopo sono stati stanziati 3 milioni.