L'AQUILA - Bisognerà prima fare la ricognizione di tutti i residui per decidere se sarà necessario ricorrervi, ma intanto il mutuo è stato autorizzato: cento milioni di euro che la Regione potrà richiedere in prestito per restituirli in trenta anni. Non è un' operazione indolore, perché costerà sei milioni di euro l'anno di rate, quattro dei quali come interessi passivi. Lo hanno ripetuto come un mantra, ieri, le opposizioni il cui ostruzionismo alla legge non è servito alla fine a far desistere la maggioranza. Neanche quando, dopo il voto, dai banchi dei Cinquestelle sono volati centinaia di banconote da 500 euro a mo' di protesta. Soldi fotocopiati, ovviamente. Anche perché i soldi la Regione non può permettersi proprio di buttarli. Il debito accumulato negli anni, infatti, potrebbe toccare al termine dell'accertamento dei residui 2014 il tetto dei 680 milioni di euro, 142 in più di quelli preventivati. E' quanto emerso ieri durante la seduta del consiglio regionale, coda, non ancora finita, di quella iniziato l'altra sera. «I cento milioni non andranno ad alimentare la spesa - ha spiegato l'assessore Silvio Paolucci -ma a coprire una parte del debito per abbassare la rata del piano di rientro dei prossimi dieci anni. Senza questa anticipazione di cassa, non riusciremo a coprire servizi essenziali agli abruzzesi già a partire dal primo gennaio». Il mutuo autorizzato, nei fatti, serve per coprire gli impegni di spesa presi nel 2007 e nel 2008 (giunta Del Turco), che dovevano essere coperti dall'accensione di un mutuo, appunto,ma che vennero pagati con soldi in cassa. Oltre 82 milioni di euro in particolare nel 2007 e poco più di 20 nel 2008: tra queste spese anche i Giochi del Mediterraneo del 2009, per capirsi. Passata la legge sul mutuo, poi, si è aperta la cartella del bilancio del consiglio regionale: un'altra battaglia a viso aperto, ma qui, almeno, un accordo è stato trovato: i giudici nominati alla Corte dei Conti dalla Regione non saranno due, ma uno; per un costo di «soli» 190mila euro.