LETTERA AL DIRETTORERISPONDE MAURO TEDESCHINI
Caro Direttore, ci siamo assunti la responsabilità di decidere sui punti nascita dopo aver acquisito tre pareri tecnici: quello dell'Agenas (l’Agenzia sanitaria nazionale n.d.r) e due del Comitato regionale per il percorso nascita. Gli investimenti fatti con l'apertura dei nuovi reparti di maternità infantile a Teramo, Sant'Omero, Chieti e Pescara, e i prossimi a L'Aquila, Lanciano e Vasto - insieme all'istituzione delle reti STEN e STAM - dimostrano che abbiamo investito sulla qualità e la sicurezza dei percorsi nascita. A Teramo il “materno infantile” era fermo dal 1971, altrove non venivano rispettati gli standard. Da questo punto di vista non c'è alcun passo indietro, ma soltanto la richiesta di un ulteriore condiviso parere al Comitato nazionale dei percorsi nascita: richiesta consentita da una nuova circolare ministeriale che, è bene precisarlo, prevede doverosamente la possibilità di chiedere la valutazione su deroghe motivate. Certamente vi saranno parametri e metodologie da seguire. La struttura commissariale - confermando l'impostazione programmatoria adottata illo tempore e tenuto conto dell'intervenuto decreto ministeriale assunto da più parti come significativo, rilevate le richieste di ulteriore valutazione tecnica naturalmente acquisite - ha richiesto un parere supplementare. Al di là delle valutazioni differenziate e - per quanto mi riguarda - tutte legittime, rubricate agli atti e puntualmente riscontrate, la riforma del percorso nascita, che in qualche caso ha subito anche letture comprensibilmente localiste, è uno dei più importanti cambiamenti attesi e messi in campo in questi mesi. La sicurezza delle donne e dei nascituri, quando il tempo potrà esprimersi in tutta la sua evidenza, ne guadagnerà certamente. Ora siamo in attesa delle conclusive valutazioni competenti in sede tecnica.
Luciano D'Alfonso Presidente della Giunta regionale
Non sempre il latinorum parlato dai politici e dalle varie commissioni sanitarie viene recepito correttamente dall’uomo della strada. E in questo caso il messaggio che è passato è che i quattro punti-nascita in questione (Atri, Ortona, Penne e Sulmona) non chiuderanno più. D’Alfonso ci conferma che le cose non stanno così e temo che alla fine delle varie puntate, acquisiti tutti i timbri e il via libera di Tar e tribunali vari, la chiusura ci sarà. E qualcuno si sentirà doppiamente preso in giro.