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Pescara, 23/11/2024
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Data: 24/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Polveri killer, esperti in allarme: «Rischio decessi in aumento». Rapporto degli epidemiologi: «Sarebbero già 20 le morti causate dall’inquinamento». In forte crescita gli ingressi ai pronto soccorso per problemi broncopolmonari.

Venti morti in più a Roma a causa dello smog nelle ultime tre settimane. Servono i numeri per spiegare che l’emergenza delle polveri sottili è una cosa seria. Il primo è un 6: è scritto nero su bianco in un report allarmante del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione. Sulla base di dati scientifici riguardanti le ultime tre settimane di smog sei sono infatti i morti in più registrati a Frosinone, la città più inquinata d’Italia, nei venti giorni di polveri sottili alle stelle (in Ciociaria c’è stata la concentrazione record di 200 microgrammi per metrocubo). L’altro numero, ancora più drammatico, per quanto frutto di una statistica, è appunto 20 e riguarda Roma.
LA REGIONEGli esperti, calando sulla realtà romana i risultati scientifici di Frosinone, ritengono che tre settimane di costante presenza nell’aria di un eccesso di polveri sottili abbiano causato nella Capitale 20 decessi in più del normale. In altri termini: è come se ogni giorno a Roma morisse una persona che non sarebbe morta se i livelli delle polveri sottili fossero più bassi. Impressionante? Sì, anche se per gli esperti sono statistiche non sorprendenti: l'Agenzia europea dell'ambiente (Aea) ha calcolato, nel 2012, che 84.400 persone sono morte in Italia a causa dell’Inquinamento. Però un report come quello pubblicato ieri dal Dep Lazio (Dipartimento di epidemiologia del Servizio Sanitario Regione Lazio), diretto da Francesco Forastiere, calato sull’emergenza di questi giorni, non può lasciare indifferenti.
Il caso campione, come detto, è quello di Frosinone, che per ragioni geografiche, di insediamenti industriali e per la vicinanza dell’autostrada, è la città più inquinata del Paese. Il Dep Lazio ha analizzato i dati dell’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente) e li ha incrociati con quelli del ”Registro delle cause di morte”, degli ospedali e degli accessi nei pronto soccorso. «E’ stata condotta un’analisi sull’ultimo periodo del 2015. Tra il 29 novembre e il 20 dicembre si è osservato un livello di concentrazione media di Pm10 molto elevato con picchi di 200 microgrammi per metrocubo registrati nella centralina di Frosinone Scalo. Il calcolo dei decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico in questo periodo porta a stimare in 4-6 decessi in eccesso nell’area di Frosinone in questo breve periodo». E Roma? Ovviamente gli esperti di epidemiologia sono sempre molto prudenti, ma confermano che «statisticamente su una città come Roma una media di 70 microgrammi per metrocubo per 20 giorni consecutivi aumenta di 20 il numero dei decessi». Sia chiaro: si sta parlando di patologie già molto critiche che a causa dello smog hanno un peggioramento; di categorie a rischio come anziani con broncopatia cronica. Ma si tratta comunque di venti persone che non sarebbero morte se non ci fosse stato l’assedio delle polveri sottili. L’analisi del Dipartimento di epidemiologia dice anche un’altra cosa, sulla base di una statistica spalmata in questo caso sui dati degli ultimi 14 anni: ogni volta che le polveri sottili nell’aria salgono di 10 microgrammi per metrocubo, gli accessi nei pronto soccorso per cause respiratorio aumentano dei quasi l’1 per cento.

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