L’istituto dovrà restituire i 300 milioni ricevuti l’anno scorso ma li riavrà per altre vie
TERAMO La bocciatura era attesa e ieri è puntualmente arrivata: l’Unione europea ha detto al no al salvataggio della Tercas tramite il Fondo interbancario di tutela dei depositi che nel luglio scorso intervenne massicciamente versando circa 300 milioni di euro. Sono aiuti di stato ha sentenziato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, ma la Tercas ha già il paracadute sulle spalle. Anzi, anche se può apparire paradossale, la bocciatura da parte dell’Europa dà il via libera all’operazione di salvataggio-bis avviata dalle banche aderenti al Fondo qualche settimana fa: la creazione di un fondo parallelo su base volontaria, tramite il quale rifinanziare la Tercas, il cui intervento non può essere equiparato ad un aiuto di stato. Una procedura che ora può essere completata, visto che allo schema volontario, come ha spiegato il presidente del Fitd Salvatore Maccarone, ha aderito un numero di banche che rappresenta la quasi totalità dei depositi protetti. Il fondo, o schema, volontario viene apprezzato dalla stessa commissaria europea che quale nella stessa lettera con cui boccia l’intervento del Fitd afferma: «Niente impedisce alle altre banche di mettere a disposizione fondi propri in casi di questo genere, decidendo su base volontaria e senza alcuna ingerenza dello Stato, e sono lieta che stiano valutando la possibilità di intervenire a favore di Banca Tercas». Non dovrebbero esserci conseguenze, dunque, come tiene a precisare la Banca Popolare di Bari, unica azionista dell’istituto di credito teramano e di Banca Caripe. «Il percorso di salvataggio di Banca Tercas e di Banca Caripe da parte del Gruppo Banca Popolare di Bari segna un’altra tappa importante, a seguito dell’adozione, in data odierna, dell'attesa decisione negativa della Commissione Europea sull’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi del 2014 e la corrispondente definizione del nuovo intervento di sostegno da parte del Fitd. Tale decisione, nel sancire l’incompatibilità dell’intervento del Fitd con la normativa europea in tema di concorrenza, impone a Banca Tercas di restituire al Fondo Interbancario l’ammontare del sostegno a suo tempo ricevuto a copertura delle perdite accertate dalla gestione commissariale. Allo scopo di tenere indenne Banca Tercas dalle conseguenze del provvedimento della Commissione Ue, il Fondo interbancario di tutela dei depositi ha costituito uno schema volontario di intervento, separato e autonomo rispetto a quello obbligatorio posto a tutela dei depositi. Allo schema volontario ha aderito la quasi totalità del sistema bancario italiano, rappresentante oltre il 98% del totale dei depositi protetti. Attraverso lo schema volontario, il Fitd effettuerà nelle prossime settimane un nuovo intervento a favore di Banca Tercas, realizzando una sostanziale corrispondenza di effetti rispetto all'intervento originario, pur nella diversità dello schema giuridico». Lo schema volontario in questa fase di avvio, verrà alimentato con una sola entrata: i 300 milioni versati l’anno scorso dal Fitd che la Tercas dovrà restituire. Quegli stessi soldi saranno girati nuovamente alla Tercas, ma questa volta non verranno dal fondo obbligatorio ma da quello volontario per cui il salvataggio-bis sarà in regola con le direttive Ue. Adesso però si presenta il problema della deducibilità delle risorse che riceverà dal fondo volontario. Nella legge di stabilità è stata introdotta la deducibilità fiscale che vale sia per chi versa sia per chi riceve nel caso delle quattro banche salvate dal decreto del governo, mentre per quanto riguarda la Tercas vale solo per chi versa. Le risorse che riceverà la Popolare di Bari diventeranno quindi componenti del reddito di esercizio su cui si dovranno pagare le tasse, con un aggravio comunque di poche decine di milioni sul bilancio che non desta preoccupazioni nell’istituto. La BpB fa sapere inoltre che «continuerà nell’opera di risanamento e di rilancio di Banca Tercas, già avviata», con «investimenti ed azioni strategiche mirati a riprendere l'ordinaria operatività e che hanno permesso il ritorno al ruolo di banca del territorio attraverso il sostegno ad imprese e famiglie».