L’AQUILA Sarà il prossimo direttore del dipartimento infrastrutture trasporti e logistica della Regione Abruzzo Maria Antonietta Picardi a occuparsi del dossier sulla “riforma delle Autorità portuali” e della “opportunità di connessione dei porti abruzzesi al porto di Civitavecchia”. Lo scrive in una nota il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che ha proposto la Picardi, attualmente dirigente regionale del settore trasporti, per questo incarico. Tra i programmi che il dipartimento è chiamato a realizzare c’è l'estensione all’Abruzzo dei corridoi della rete TEN-T (indicata da un emendamento approvato dal Parlamento Europeo sulla “Relazione su una strategia dell'UE per la regione adriatica e ionica”) e il potenziamento del sistema portuale abruzzese che, oltre alle procedure legate ai Piani regolatori portuali di Ortona e Pescara, prevede appunto l’alleanza tra il sistema portuale abruzzese e il porto di Civitavecchia all’interno della nuova autorità portuale del Tirreno centrale prevista dal decreto legislativo che istituisce 14 nuove “Autorità di sistema portuali”. L’alleanza Civitavecchia-Abruzzo, anticipata da uno studio di Antonio Nervegna e Euclide Di Pretoro consulenti del sindaco di Ortona per la portualità e la logistica (“Il porto d’Abruzzo in 1000 giorni, Ortona, porto di Roma sull’Adriatico”) e sostenuta sia dal commissario straordinario dell’Autorità portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti che dal consigliere regionale delegato ai trasporti Camillo D’Alessandro, non è esplicitamente citata nel decreto ministeriale, perché la norma avrebbe avuto bisogno di un passaggio in Conferenza Stato-Regioni (secondo il decreto deve essere invece la Regione a chiedere l’inclusione dei porti regionali in una delle nuove Autorità di sistema portuali). Adesso però è la Corte Costituzionale a dire che comunque un passaggio in Conferenza Stato-Regioni quella legge deve prevederla. La Consulta lo scrive nella sentenza 261 del 14 dicembre che, accogliendo un ricorso della Regione Campania, dichiara illegittima la parte dello Sblocca Italia che lascia fuori le Regioni dall'applicazione del Piano dei porti e della logistica. Secondo la Consulta ciò non è possibile perché «la questione rientra nel terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione, che prevede l'intervento delle Regioni nelle norme che trattano porti e aeroporti» e dunque il Piano dei porti e della logistica deve passare all'approvazione della Conferenza Stato-Regioni. La questione non preoccupa però il ministro Graziano Delrio, perché la nuova governance delle Autorità portuali, ha detto, «conterrà comunque anche sulla scorta delle raccomandazioni e delle osservazioni avanzate dal Parlamento e dalle stesse Regioni», elementi «di decisivo coinvolgimento del sistema delle istituzioni territoriali: dalla nomina dei presidenti delle nuove Autorità di Sistema alla presenza di delegati di Regioni, Comuni oggi sedi di Autorità Portuale e Città Metropolitane all'interno dei nuovi Comitati di Gestione delle Autorità»