ROMA Stangata in arrivo nel 2016 sull’età di accesso alla pensione e sull’importo dell’assegno calcolato con il metodo contributivo. La legge di Stabilità limita infatti gli interventi sul settore solo ad aspetti marginali per quanto riguarda l’età di uscita e l’anno prossimo quindi scatterà sia il gradino previsto dalla legge Fornero per la pensione di vecchiaia delle donne, sia l’aumento di 4 mesi per tutti legato alla speranza di vita, sia la revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo. In pratica per le donne dipendenti del settore privato l’età di uscita per vecchiaia passerà dai 63 anni e 9 mesi del 2015 a 65 anni e 7 mesi (compreso l’innalzamento di 4 mesi dell’aspettativa di vita), mentre le autonome potranno prendere l’assegno solo con 66 anni e un mese. La legge di stabilità prevede la possibilità per le donne che compiono entro il 2015, 57 anni e 3 mesi di età (58 le autonome) e 35 di contributi di uscire dal lavoro anche l’anno prossimo una volta atteso il periodo previsto dalla finestra mobile (un anno per le dipendenti, un anno e mezzo per le autonome). La classe di età più penalizzata è quella delle donne del 1953, che si ritroveranno a rincorrere la pensione fino al 2020 (nel 2018, quando compiranno 65 anni e 7 mesi sarà scattato un nuovo scalino mentre nel 2019 ci sarà nuovo aumento della speranza di vita). Per le donne nate nel 1952 invece è prevista un’eccezione che consente a fronte di 20 anni di contributi l’uscita a 64 anni più l’aspettativa di vita. L’aumento dell’aspettativa di vita definito a partire dal 2016 è di 4 mesi e quindi dall’anno prossimo gli uomini andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi (66 anni e 3 mesi fino a fine 2015), mentre per la pensione anticipata saranno necessari 42 anni e 10 mesi di contributi (compreso l’incremento di 4 mesi della speranza di vita rispetto al 2015). Per le donne sarà possibile andare in pensione prima dell’età di vecchiaia solo in presenza di 41 anni e 10 mesi di contributi. Nel 2018 le donne avranno un nuovo scalino per la vecchiaia e andranno in pensione alla stessa età degli uomini, 66 anni e 7 mesi. Le dipendenti pubbliche (già allineate agli uomini sin dal 1° gennaio 2012) nel 2016 andranno in pensione di vecchiaia alla stessa età degli uomini (66 anni e sette mesi). Nel 2016 scatteranno i nuovi coefficienti di trasformazione del montante contributivo. La sola quota contributiva dell’importo pensionistico quindi a parità di età di uscita risulterà più basso perché moltiplicato per un coefficiente inferiore. Per gli uomini, la riduzione del coefficiente per la quota contributiva della pensione di vecchiaia - è dello 0,99%. Per le donne del settore privato invece la quota contributiva della pensione di vecchiaia aumenta del 4,09%.