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Pescara, 23/11/2024
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Data: 30/12/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
D’Alfonso-Marcozzi, tensione per la poltrona «Occupazione» grillina per la vicenda del bilancio senza dettagli Il presidente si riprende il posto, M5S ha disertato la seduta.

Chiodi chiede lumi sulla concretezza del Masterplan La replica: «Entro il 2017 saranno investiti 160 milioni».

EMICICLO

L’AQUILA Il video è diventato virale in poche ore: oltre 500mila visualizzazioni solo su Facebook. La scena del presidente D’Alfonso che detrona la consigliera Cinquestelle Sara Marcozzi, si riprende la sua sedia e poi accartoccia carte e strattona gli occupanti, era d’altronde di quelle ghiotte per la Rete e la comunicazione. Anche se poi la rissa non c’è stata, perché passata la reazione di pancia, il Consiglio si è riunito nell’angusta sala delle commissioni: giusto il tempo perché i cinque consiglieri del M5S desistessero dalla loro protesta (l’occupazione dei banchi della giunta) e il Consiglio è tornato a riunirsi nella sua sede naturale. Senza i grillini che decidono di abbandonare i lavori «perché non ci sono stati consegnati i capitoli del bilancio, non c’è nulla da discutere» e che si beccano anche una censura ufficiale dalla presidenza del consiglio per il loro comportamento.
LE REAZIONI

«Un delirio di maleducazione» lo definisce Camillo D’Alessandro, con il presidente D’Alfonso per niente pentito, anzi: «La prossima volta mi siedo su qualsiasi oggetto animato e inanimato - ha detto - perché quella sedia me l’hanno data gli abruzzesi con il loro voto e io difenderò questo diritto-dovere». Al di là dello spettacolo, il motivo del contendere era però quello dell’assenza nella documentazione del bilancio dei singoli capitoli di spesa: «E’ la nuova legge che impone un bilancio in macro aggregati - spiega l’assessore Silvio Paolucci - mentre le voci specifiche cioè il metodo di rifinanziamento delle singole leggi è demandato al programma operativo che sarà approvato a fine gennaio». Meno spettacolare, forse, ma più interessante è invece il dibattito sui numeri: quelli dell’Abruzzo che non va (secondo le opposizioni) o che cresce (secondo la maggioranza). Quelli dei dati ufficiali dell’Istat, del Cresa e della Banca d’Italia che ognuno legge un po’ come vuole e quelli, soprattutto, degli interventi per gli investimenti futuri. La notizia, anzi, arriva proprio durante la discussione del Documento di programmazione economica e finanziaria, quando Gianni Chiodi solleva dubbi sulla concretezza del Masterplan, sulla sua effettiva dotazione. «Siamo realisti - gli risponde il presidente Luciano D’Alfonso - il Masterplan non riuscirà ad investire entro il 2017 più di 160 milioni di euro, perché non abbiamo uomini e forze per lavorare progetti superiori. La differenza con le promesse dei vari Accordi di programma quadro e Protocolli d’intesa, siglati con i passati governi, è che il Masterplan ha un impegno di proceduralizzazione: di cose che si faranno. Per questo abbiamo stabilito delle priorità: sul rischio idrogeologico, sulla depurazione, sui porti, sul trasporto su gomma e su ferro». Priorità del Masterplan e sostanzialmente del Dpef su cui, non a caso, si apre la discussione e il confronto, tra gli unici presenti in aula, maggioranza e centrodestra: sul futuro di Tua, di Saga e delle partecipate, sulla sanità e le cliniche private, sulla Snam e sulla mobilità elettrica nel pescarese. Su cosa fare dell’Abruzzo e come farlo, con quali soldi: perché quelli del bilancio, certo, non sono molto elastici. Lo ha spiegato l’assessore al ramo Silvio Paolucci, rispondendo anche alle critiche mosse dal centrodestra che lo accusa di aver aumentato le tasse ovvero di non averle ridotte e l’indebitamento a fronte di maggiore entrate dalla chiusura di alcune cartolarizzazioni. «Non abbiamo aumentato le tasse, né l’indebitamento - ha detto Paolucci - semplicemente abbiamo dovuto utilizzare le risorse per coprire il disavanzo». Discusso il Dpef, resta ora da approvare ancora la legge di stabilità e il bilancio. Senza i grillini e con l’applicazione della «tagliola», è probabile che si chiuda oggi stesso.

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