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Pescara, 23/11/2024
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31/12/2015
Il Messaggero
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Autostrade, duello sul nuovo rincaro per A24 e A25. Strada dei Parchi chiede per il 2016 tariffe più alte del 4,7 per cento. Il ministero non vuol concedere più di un punto. Oggi verdetto |
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PESCARA Ancora carbone nella calza della Befana per gli utenti della A24 e della A25, con un aumento del pedaggio autostradale del 4,70% che dovrebbe scattare dal primo gennaio, cioè a partire dalla giornata di domani. «Dovrebbe» perchè il ministero, secondo indiscrezioni non vorrebbe concedere più di un punto percentuale a tutti i concessionari. Al di là del braccio di ferro niente di nuovo perché si tratta del settimo aumento consecutivo messo a segno dalla Strada dei Parchi, la società della famiglia Toto che gestisce in concessione i due tratti autostradali che tagliano in due l'Appennino collegando il Lazio con l'Abruzzo. Sarà così anche questa volta, per il settimo anno consecutivo, visto che la brutta sorpresa dell'aumento delle tariffe si ripete puntualmente dal 2010. L’ECCEZIONE DEL RIFIUTO Eccezione nel 2015, quando il Ministero delle Infrastrutture stroncò la richiesta di aumenti delle tariffe che proveniva dalle varie concessionarie, stabilendo per tutti un aumento dell'1,50% legato all'indice Istat. Strada dei Parchi aveva invece chiesto un aumento tariffario del 9,06%, scatenando un fiume di polemiche che anche quest'anno sarà difficile fermare. E che ieri è ripartito: Forza Italia ha chiesto e ottenuto la convocazione della conferenza dei capigruppo in consiglio regionale. Intanto la stessa società ha giocato d'anticipo per spiegare che il costo del pedaggio è il frutto di una semplice equazione algebrica, dove il numeretto finale è il risultato di tante componenti che vanno dal tasso di inflazione programmata agli investimenti. Questo hanno cercato di spiegare l'a.d. di Strada dei Parchi, Cesare Ramadori e il vice presidente, Mauro Fabris, ricordando che, come avvenuto per il 2015, l'ultima parola spetta adesso al Ministero. Verdetto atteso per oggi. LE GIUSTIFICAZIONI Con l'aiuto delle slide che scorrevano alle sue spalle, l'a.d. di Strada dei Parchi ha cercato di mettere a segno tutte le frecce a disposizione della società per giustificare l'ennesimo sacrificio imposto ad automobilisti e imprese. «Intanto - ha detto Ramadori -, su ogni euro incassato dalla concessionaria, ben il 57% della tariffa finisce nelle casse dello Stato e solo il 43% è a disposizione di Strada dei Parchi per investimenti e manutenzione". Il resto verrebbe risucchiato dall'Iva, dal canone di concessione e da quello di integrazione da versare all'Anas (670milioni dal 2003 ad oggi). Poi c'è il capitolo degli investimenti: come l'adeguamento sismico dei viadotti, imposto per legge dello Stato dopo il sisma del 2009, la messa in sicurezza degli impianti in galleria, gli strumenti tecnologici, la manutenzione di tratti di autostrada in pendenza e pieni di insidie. Altra precisazione dell'a.d. della società: "Non è vero che la nostra è l'autostrada più cara d'Italia, perché tra quelle di montagna siamo agli ultimi posti sul piano tariffario". Non sono neanche bruscolini, certo, i 699milioni di investimenti realizzati dal 2003 al 2015; la garanzia dei livelli occupazionali, i lavori per la Complanare di Roma. Giustificazioni che non basteranno a fermare la rabbia da casello a casello che attraverserà l'Autostrada dei parchi con l'inizio del nuovo anno.
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