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Pescara, 23/11/2024
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Data: 02/01/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Autostrade, aumenti a tradimento di Mauro Tedeschini

«E ’l modo ancor m’offende». Forse è eccessivo scomodare Dante per la solita querelle di Capodanno sugli aumenti autostradali, ma è pur vero che la manfrina puntualmente messa in scena sui rincari delle tariffe è congegnata in modo così maldestro da farci sentire tutti presi in giro. Come sempre, si aspettano le ultime ore dell’anno per far sapere a quanto ammonta il salasso, quando le redazioni dei giornali sono chiuse e la testa degli italiani è tutta concentrata sull’imminente veglione. La motivazione, poi, è laconica, al limite dell’incomprensibile. Perché la Milano-Torino rincara del 6 e mezzo per cento, mentre le autostrade abruzzesi A24 e A25 aumentano del 3,45 e altre ancora non ritoccano affatto le tariffe? Boh. Sia chiaro che chi scrive preferisce spendere qualche soldino in più per percorrere un’autostrada sicura, piuttosto che viaggiare a basso prezzo su un’arteria dissestata e pericolosa. Ma questi aumenti di contrabbando sembrano fatti apposta per portare acqua al mulino delle associazioni di consumatori più becere e populiste. Non solo: c’è troppa poca trasparenza anche sulla vigilanza che il ministero effettua sulle concessionarie, perché se fosse una cosa seria certi pedaggi dovrebbero diminuire, altro che aumentare. Esempio: il tratto marchigiano dell’A14 è da anni un percorso a ostacoli che grida vendetta, con una serie di tortuosi e interminabili lavori in corso che mettono a forte rischio la sicurezza. Serve più trasparenza, su tutto: le autostrade le hanno pagate gli italiani con le loro tasse, non sono un affare di lorsignori da regolare comodamente. Per poi notificare al popolo a babbo morto l’ultimo dell’anno.

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