L’azienda nazionale autonoma delle strade, infatti, ha deciso di rispondere «alle dichiarazioni rilasciate dalla dirigenza della società Strada dei Parchi SpA circa l’aumento dei pedaggi sulla rete autostradale da essa gestita», precisando con nettezza «che l’incremento non è in alcun modo addebitabile ad Anas, in quanto sia il sovracanone sia la rata di corrispettivo per la vendita della concessione versata ogni anno dalla società concessionaria sono rimasti invariati».
Dopo l’ultimo rincaro del 3,45%, scattato a capodanno, che ha portato l’aumento complessivo del costo della Roma-L’Aquila-Pescara fino al 187% in più negli ultimi 13 anni, la società concessionaria aveva infatti spiegato che non si tratta di «un aumento che finisce nelle tasche di Strada dei Parchi. Il concessionario versa il canone di concessione che è pari al 2,4 per cento; l’integrazione del canone Anas del 6%; il corrispettivo di concessione del 28%; l’ex fondo centrale di garanzia del 2% e l’Iva che è pari al 22%. Quindi Strada dei Parchi su un euro di pedaggio incassa 43 centesimi. E con quei 43 centesimi garantisce manutenzione e sicurezza. Strada dei Parchi è l’unica concessionaria che corrisponde un prezzo di concessione all’Anas, pari a 55,9 milioni annui, oltre ai normali canoni».
Ma Anas smentisce Strada dei Parchi: «Quello che tale società paga ad Anas non è un canone di concessione, ma una rateizzazione del prezzo di vendita della concessione. Invece che pagare tutto subito, la società optò per un pagamento dilazionato e a tasso fisso (dal 2001 versa annualmente ad Anas una rata a titolo di corrispettivo della vendita della concessione, relativa al prezzo da essa offerto in sede di gara: 1.450 miliardi di lire)».
Non solo, ma «anche il sovracanone dovuto per legge ad Anas da tutti i concessionari autostradali è fisso e quindi non ha fatto registrare alcuna modifica negli ultimi anni. Di conseguenza- conclude Anas- gli aumenti dei pedaggi sulle tratte autostradali in gestione a Strada dei Parchi SpA non sono ricollegabili né direttamente né indirettamente a decisioni di Anas e, ovviamente, generano benefici finanziari solo a vantaggio della società concessionaria». Dalla quale, invece, a capodanno non avevano risparmiato stoccate polemiche in direzione della società statale: «Nel periodo 2003/2015, il Concessionario ha corrisposto all’Anas 670 milioni, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza dei 699 milioni di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo di riferimento».