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Data: 04/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Cordeschi: «Gran Sasso, lungo elenco di errori»

Errori e speranze. Così il direttore d’esercizio del Centro turistico, Marco Cordeschi, sintetizza la situazione della stazione sciistica di Campo Imperatore. «Nel Gran Sasso aquilano, se si fa riferimento agli ultimi 50 anni - scrive -, il principio di management industriale non mi risulta mai applicato ». Cordeschi a questo proposito elenca alcune fasi cruciali: «Nel 1985 ci si trovò a programmare la sostituzione della Funivia completata poi nel 1988; pur rilevando la realizzazione di un impianto molto importante e ben costruito, osservo che le scelte programmatiche fatte non tennero minimamente conto né della importanza di collocare la stazione di valle in una posizione facilmente visibile dalla strada e soprattutto accessibile dai parcheggi, né della necessità di prevedere una portata oraria adeguata, né di valutare la possibilità di impiego di impianti a fune con funzionalità enormemente migliore». Due anni dopo, nel 1990, «si doveva sostituire la sciovia inferiore di Monte Cristo, località che - negli anni ’90 - vantava incassi molto più alti di Campo Imperatore. Fu scelta una seggiovia che obbligava gli sciatori a muoversi in salita per decine di metri. La stazione di Monte Cristo è morta». Tra il 1991 ed il 1992 fu sostituita la sciovia delle Fontari con una seggiovia quadriposto ad ammorsamento automatico: «L’impianto, richiesto per una portata oraria di 2400 persone, fin dal collaudo ne può trasportare soltanto 1542 (“produce” quasi il 36% in meno); inoltre la seggiovia fu realizzata quasi come prototipo richiedendo già appena dopo la realizzazione complessi interventi di modifica ». «Queste scelte sbagliate sugli investimenti - conclude Cordeschi - rischiano, in termini industriali, di rivelarsi mortali. Nei passati 15 anni ho cercato spesso di richiamare il Comune all’attenzione da porre sul corretto impiego di criteri industriali e confido ancora che questo, prima che sia troppo tardi, possa stabilmente avvenire. Rispetto, invece, ai falsi problemi ambientali posti anche di recente, credo semplicemente che chi li pone, più che preso dalla “cura della Casa Comune” sia preso dalla cura della casa propria ».

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