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Pescara, 23/11/2024
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Data: 11/01/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Centro turistico e Comune citati per 250mila euro. Causa avviata dall’ex presidente Comola dopo la contestata revoca dell’incarico. Motivazioni del ricorso: provvedimento spregiudicato e danni alla reputazione

L’AQUILA Ancora una grana giudiziaria, con richiesta di 250mila di danni, per Comune e del Centro turistico Gran Sasso. Il caso giudiziario che si discuterà il 25 gennaio davanti al tribunale delle imprese è stato avviato da Alessandro Comola il quale fu revocato dalla presidenza dell’ente, poco dopo la sua nomina, per cause che i suoi legali Luciano Dell’Orso e Patrizia Teramo non ritengono adeguate e dunque «arbitrarie». Le contestazioni sono molte: prima di tutto l’iter procedimentale che ha portato alle revoca sarebbe anomalo e non fu nemmeno comunicato all’interessato. La scelta di Comola, tra l’altro, in ragione del curriculum, fu fatta in quanto ritenuto idoneo a gestire il complesso processo di privatizzazione del Centro turistico. Alla base della revoca con richiesta di dimissioni da parte del sindaco, la mancata apertura degli impianti di risalita a causa della non completa revisione della seggiovia Fontari. L’avvocato Comola si rifiutò di aderire alla richiesta di Cialente visto che «la responsabilità della revisione degli impianti era stata attribuita, dal medesimo socio (il sindaco) al direttore di esercizio e al direttore generale con esclusione del Cda», di cui Comola era presidente. Sulla scorta di queste e altre valutazioni sono stati chiesti oltre 50mila euro quali indennità che non sono state mai pagate. Ma il danno maggiore, quantificato in oltre 200mila euro, è forse un altro. «Il danno alla persona nei suoi diritti più intimi», dicono i ricorrenti, «risulta assai evidente e amplificato in modo parossistico dalla spregiudicatezza della condotta del socio unico che, per giustificare un inadempimento dovuto a sue scelte ha preferito revocare l’incarico a Comola piuttosto che affrontare le proprie responsabilità». Ci sono poi danni alla reputazione. «La revoca», si dice nel ricorso, «ha avuto grande risonanza mediatica per l’importanza storica del Gran Sasso amplificata dal sisma del 2009 e per il fatto che ha visto coinvolto un professionista che vanta incarichi di grande responsabilità a prestigio: l’assistenza legale alle famiglie delle vittime del Cermis, incarichi al ministero delle Finanze e del Lavoro e nelle Università Luiss e Bocconi».

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