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Pescara, 23/11/2024
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Data: 13/01/2016
Testata giornalistica: Il Messaggero
Costi della politica regionale - Taglio degli stipendi, tutto fermo. Emiciclo, i consiglieri continuano a percepire lo stipendio pieno

L'AQUILA Di mettere mano al portafoglio, per il momento, non se ne parla: la legge sulla riduzione degli stipendi ai consiglieri e assessori regionali non è approdata neanche in commissione. Eppure, dopo quella proposta dal Movimento 5 Stelle e bocciata dal voto bipartisan di centrodestra e centrosinistra, si era promesso in aula che un nuovo disegno di legge in merito sarebbe stato adottato entro gennaio. E invece niente, ai trentuno consiglieri regionali e all'assessore aggiunto, anche questo mese saranno versati salari pieni: 6.400 euro di indennità di carica, più dai 4mila ai 4.500 euro di rimborsi spesa forfettari (a cui si aggiungono, per chi ce l'ha, i rimborsi per le spese istituzionali) e altri 2mila-2.700 euro per le indennità di funzione.
SENATO FEDERALE«Non abbiamo ancora presentato un disegno di legge -spiega il consigliere Camillo D'Alessandro- perché nel frattempo è intervenuta una legge nazionale, quella sul Senato federale, che prevede di regolamentare il settore, imponendo che il salario di un consigliere regionale sia equiparato a quello del sindaco della città capoluogo». A guardare in tasca a Massimo Cialente, si parla di 4.600 euro al mese, che rispetto ai circa 12mila che si portano a casa i consiglieri regionali oggi è un bel taglio. Solo che «la normativa va interpretata -continua D'Alessandro- perché non è chiaro se questo adeguamento di salario è riferito alla sola indennità di carica, o allo stipendio onnicomprensivo». Una differenza non da poco, visto che nel primo caso la riduzione dello stipendio sarebbe di «soli» 1.800 euro lordi. Sembra sparita, così, anche l'ipotesi fatta dal presidente Luciano D'Alfonso, quella di fissare lo stipendio alla cifra che i consiglieri prendevano prima di essere eletti.
GRILLININel frattempo che l'arcano normativo sia sciolto (e sicuramente, «inevitabilmente», ci vorrà del tempo) i Cinquestelle tornano alla carica: «E' evidente che centrodestra e centrosinistra non hanno alcuna intenzione di mettersi le mani in tasca -commenta Sara Marcozzi- Noi lo stipendio ce lo siamo tagliati da soli sin dall'inizio, accumulando finora oltre 280mila euro che a breve confluiranno su un fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese. Se gli altri avessero davvero intenzione di ridurre i loro lauti stipendi, potrebbero farlo subito, dando un contributo a chi ne ha bisogno e, soprattutto, un esempio di sobrietà ai cittadini». La legge che era stata presentata dai grillini e che era approdata in aula a notte fonda, dopo che non si era riusciti a calendarizzarla in commissione per le improvvise assenze e fughe, prevedeva la riduzione dell'indennità di carica a 5mila euro, il dimezzamento dei rimborsi forfettari e le drastica riduzione delle indennità di funzione.


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