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Data: 15/01/2016
Testata giornalistica: Rassegna.it
Trasporti: meno infortuni, ma calano anche gli addetti

Negli ultimi cinque anni scesi di un terzo, ma si riducono anche i posti di lavoro (-4,4 per cento). Fanelli (Filt Cgil): "Il nesso tra la crisi e la diminuzione degli infortuni è innegabile. In altre analisi più elaborate l'andamento non è così positivo"

Negli ultimi cinque anni il numero degli incidenti nel settore dei trasporti e magazzinaggio è sceso di un terzo. Erano 49.530 nel 2010, sono divenuti 32.824 nel 2014, con un in calo del 33,7 per cento. A dirlo è l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro nell’ultimo fascicolo del periodico statistico Dati Inail, precisando che l’89 per cento degli infortuni è occorso in occasione di lavoro, il restante è accaduto in itinere. Un comparto che in Italia occupa circa 1,1 milioni di persone: la metà impiegata nei trasporti ferroviari e su gomma, un terzo in attività di magazzinaggio e supporto, la quota restante divisa tra servizi postali, trasporti marittimi e aerei. Pur crescendo di importanza, anche in virtù dello sviluppo delle consegne legate al commercio elettronico, il settore segnala una costante perdita di posti di lavoro: dal 2007 al 2014 sono diminuiti del 4,4 per cento, con una riduzione delle ore lavorate pari al 7,3.

Il calo maggiore si riscontra nei trasporti in senso stretto (terrestre, marittimo e aereo): nel 2014 si sono registrate 17.016 denunce, con un decremento rispetto a cinque anni prima del 32,9 per cento. Lievemente più contenuto il calo nel comparto del magazzinaggio (-32,4 per cento), più marcato in quello dei servizi postali e attività di corriere (-28,2). Vari sono i fattori di rischio: la stanchezza dovuta a orari irregolari e lunghi, la ripetitività e la monotonia delle mansioni, le condizioni climatiche (calore, freddo, pioggia), l’esposizione ai rumori e alle vibrazioni. Da segnalare tra i fattori di rischio anche l’invecchiamento della forza lavoro, visto che la fascia d’età 50-65 anni è quella che ha registrato la maggiore percentuale di infortuni (33 per cento, contro il 27 di industria e servizi nazionale).

“Sono sempre interessanti gli elaborati statistici relativi ai settori specifici, anche se quelli relativi ai trasporti rischiano di apparire insufficienti, considerata la vasta articolazione interna che caratterizza la categoria” commenta Nadia Fanelli, responsabile Salute e sicurezza sul lavoro della Fil Cgil nazionale. “Occorre ricordare – continua l’esponente sindacale – che i trasporti risentono moltissimo dell’andamento economico generale: quando le crisi imperversano si riscontra, da un lato, una grandissima incidenza in senso recessivo sul trasporto delle merci, dall’altro, un incremento dei carichi di lavoro nel trasporto collettivo delle persone, visto che le crisi economiche incidono fortemente anche sulle abitudini personali, riducendo l’uso del trasporto individuale”. Sul piano più generale, continua Fanelli, non si “può negare il nesso tra l’elemento della crisi e la diminuzione degli infortuni, ma occorrerebbe completare l’informazione con i dati relativi all’andamento degli indici di frequenza e gravità, che in alcune elaborazioni già formulate dall’Inail in passato hanno spesso evidenziato un andamento non così positivo”.

Il report dell’Inail contiene anche un approfondimento sugli autotrasportatori. I rischi per loro, si legge nella ricerca, “sono legati a molteplici fattori: preparazione del piano di carico, carico/scarico merci, eventuale aggancio/sgancio di semirimorchi o rimorchi, guida del mezzo, manutenzione degli automezzi”. Vanno poi considerati “i possibili danni a carico sia dei dipendenti dell’azienda sia di terzi, causati da incidenti stradali, perdita di carico, esplosione, incendio, intossicazione e dovuti ad alcune merci trasportate”. Stesso discorso per “le malattie dell’apparato osteoarticolare provocate da posture, vibrazioni ed eventuale movimentazione di merci”. A tutto ciò, conclude l’Inail, vanno aggiunti “anche fattori organizzativi quali la guida su lunghi percorsi e la guida notturna, che sicuramente amplificano lo stress lavoro-correlato”.

Un’ultima perplessità viene espressa dalla Filt Cgil riguardo i numeri del trasporto aereo. “La necessità di ulteriori riflessioni aggiuntive è stimolata anche dai dati relativi al trasporto aereo, in cui il calo di oltre il 59 per cento degli infortuni, nel quinquennio 2010-2014, appare veramente fuori misura” conclude la responsabile Sicurezza Nadia Fanelli: “Vi è la necessità di capire meglio se, in tale ambito, sia stata ricompresa anche la movimentazione dei bagagli o sia presente solo l’attività manutentiva o di piazzale. Rammentando che, nel trasporto aereo, piloti e assistenti di volo sono fuori dal perimetro assicurativo dell’Inail, quindi anche da un’analisi comparativa dell’andamento dei propri infortuni, anche di quelli non legati esclusivamente alla sicurezza del volo”.

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