PESCARA Da oggi 60 malati resteranno senza assistenza domiciliare. Mentre altri 90 si vedranno ridurre in maniera drastica il servizio, svolto dalla cooperativa Polis. È l’effetto dei tagli che l’amministrazione comunale ha dovuto praticare per la carenza di risorse economiche. L’assessore alle politiche sociali Giuliano Diodati, tuttavia, cerca di rassicurare gli assistiti facendo presente che si tratta di una misura temporanea e che dal primo aprile tutto tornerà come prima. Ma per tre mesi i malati non autosufficienti e le loro famiglie si troveranno in una situazione drammatica. E sono già scoppiate le proteste. Il sindacato dei pensionati della Cgil, lo Spi, ha organizzato una manifestazione davanti al Comune per mercoledì mattina, alle 10,30. Un altro sindacato, il Sicel, farà un sit-in sempre in piazza Italia lunedì mattina. Contestazioni arrivano anche dal mondo della politica. L’ex consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo ha espresso una forte indignazione per i tagli del Comune. Mentre il consigliere comunale della Lista Teodoro Massimiliano Pignoli ha detto di essere pronto a fare le barricate per costringere l’amministrazione a ripristinare le somme necessarie. Stop al servizio da oggi. Tutto è cominciato nei giorni scorsi, quando gli uffici del Comune hanno inviato una lettera agli assistiti per avvertirli che, da oggi e fino al prossimo 31 marzo, l’assistenza domiciliare integrata verrà sospesa o ridotta. I malati che usufruiscono di questo servizio sono circa 200 e gli interessati ai tagli sono due terzi. Più precisamente, 60 si vedranno sospendere completamente il servizio e altri 90 avranno una consistente riduzione degli orari settimanali di assistenza. Si tratta di persone non autosufficienti, anziani malati di Alzheimer e Parkinson, tetraplegici, invalidi al 100 per cento che dall’oggi al domani non riceveranno più cure o che, nel migliore dei casi, usufruiranno di un numero insufficiente di ore di assistenza. Comune senza soldi. I tagli all’assistenza domiciliare erano stati decisi dall’amministrazione comunale nell’autunno scorso, prima che l’ente ricevesse la conferma dell’erogazione di un prestito di 33,4 milioni da parte del governo, a seguito dell’approvazione del Piano di riequilibrio finanziario. Quando sono stati stabiliti i tagli, dunque, l’amministrazione era senza soldi. Mancavano all’appello 450mila euro. Ma ora le risorse economiche sono arrivate e l’assessore alle politiche sociali garantisce che dal primo aprile l’assistenza tornerà come prima. «Stiamo preparando la nuova gara d’appalto per l’affidamento del servizio dal primo aprile fino al 31 dicembre 2017», avverte Diodati. Scoppia la protesta. L’allarme dei tagli all’assistenza è partito dall’ex consigliere Acerbo. «Non possiamo che esprimere la massima indignazione», afferma, «si tratta di tagli immorali e inaccettabili perché colpiscono chi più soffre e ha bisogno. Tutto si può tagliare, meno la spesa destinata a questo genere di prestazioni». Dello stesso avviso il segretario generale dello Spi Cgil Paolo Castellucci: «Parliamo di assitenza primaria, già tagliata del 30 per cento in passato. Inoltre, ci sono 50 operatori della cooperativa Polis cui verrà ridotto lo stipendio fino alla soglia di povertà. Per tutto questo, mercoledì, manifesteremo davanti al Comune». «Mi chiedo come sia possibile che l’assessore non abbia proposto una variazione di bilancio per il sociale», osserva Pignoli, «quando il bilancio di previsione giungerà in consiglio, bloccherò i lavori con migliaia di emendamenti».