Ancora nulla di fatto per i tassisti teatini in servizio all’aeroporto d’Abruzzo. E il Comune di Chieti torna a chiedere alla Regione di preparare, il prima possibile, un regolamento che metta fine al braccio di ferro che dura da anni fra i tassisti di Chieti e quelli di Pescara e definisca il corretto uso degli stalli di sosta di fronte all’aeroporto. Giovedì pomeriggio, in Regione, c’è stato l’ennesimo incontro sul tema, presieduto dal capo di gabinetto del governatore D’Alfonso, Claudio Ruffini, a cui ha partecipato l’assessore alle Attività produttive Carla Di Biase, che si è detta pronta a partecipare a qualunque iniziativa utile al fianco dei tassisti teatini, per ripristinare il loro diritto di lavorare.
CONFERENZA SERVIZI Una delegazione dei tassisti di Chieti ha chiesto nuovamente a Ruffini di convocare una conferenza dei servizi fra gli enti interessati, in modo da arrivare rapidamente al decreto del presidente della Regione invocato dal Comune. E questi si è impegnato a riferire a D’Alfonso l’esito dell’incontro, per farlo intervenire presto. La diatriba sui taxi all’aeroporto d’Abruzzo prosegue da anni e nel corso del tempo è sfociata in episodi esplosivi. Lo scorso dicembre, era stato il sindaco Umberto Di Primio a convocare i colleghi di Pescara, Teramo e San Giovanni Teatino, ma i primi due non si erano presentati per impegni istituzionali. Allora, Di Primio aveva scritto alla Regione per sollecitare il regolamento, al momento ancora inesistente. Ma qual è il nodo del contendere che da almeno 4 anni tiene in scacco i taxi con licenza di Chieti? La vicenda è sorta diverso tempo fa, quando alcuni tassisti pescaresi hanno protestato vivacemente, in rari episodi arrivando anche all’aggressione, contro i colleghi teatini. Per loro, infatti, lo spazio dell’aeroporto d’Abruzzo sarebbe di esclusiva competenza delle licenze rilasciate dai Comuni in cui ricade lo scalo aeroportuale e la presenza di auto bianche provenienti da Chieti sarebbe illegittima, oltre che una concorrenza poco gradita. E il confronto fin troppo acceso non si è limitato ai confini dell’aeroporto, ma è andato oltre; come a gennaio del 2012, quando un tassista arrivato da Chieti per accompagnare un cliente alla stazione di Pescara centrale, fu aggredito da un collega del posto, riportando una prognosi di sette giorni. Un mese dopo, altri due arrivarono alle mani per una banale discussione.