Domani un decreto attuativo con le nuove norme sui “furbetti del cartellino”
ROMA Dal governo nessun passo indietro sui licenziamenti per direttissima. Domani in Consiglio dei ministri tra i decreti attuativi della Pubblica amministrazione del ministro Marianna Madia, ci saranno anche le annunciate norme con la stretta per i “furbetti del cartellino”. Se al comune di Sanremo i primi licenziamenti scatteranno nei prossimi giorni, con le nuove norme i tempi saranno tagliati drasticamente. Con la flagranza, cioè con le immagini che dimostrano in modo inequivocabile la truffa, scatterà entro 48 ore la sospensione dal servizio e dallo stipendio del dipendente pubblico infedele. I tecnici del ministero stanno preparando la norma e la formulazione dovrà tenere insieme sia il rispetto del diritto alla difesa, sia un’applicazione immediata che eviti che la sanzione anneghi nel mare della burocrazia e dei cavilli giuridici. «Se le prove sono schiaccianti, cioè se ti becco con quattro cartellini da strisciare e poi te ne vai, il licenziamento scatta senza troppe cortesie» è la linea del ministero. Il dipendente avrà trenta giorni di tempo per dimostrare il contrario ma intanto scatta subito la sospensione e oltre al licenziamento in seguito potrebbe essere chiamato a rispondere dal punto di vista pecuniario dalla Corte dei conti. Nessuna correlazione però con l’articolo 18 che «per i dipendenti pubblici resta» ha confermato il ministro Madia spiegando che i licenziamenti lampo «sono una difesa nei confronti dei lavoratori onesti». Il nodo da sciogliere è il ruolo dei dirigenti che devono avviare i provvedimenti disciplinari. Con le nuove regole saranno obbligati a procedere e anche per loro sono in arrivo le sanzioni in caso d’inerzia. Possibile però che siano esentati dal rispondere personalmente del danno erariale, nel caso in cui il dipendente ottenga il reintegro e un risarcimento da parte dello Stato. Un punto cruciale, che finora ha rallentato il percorso disciplinare che dura mediamente 102 giorni. Norme subito applicabili anche se i sindacati insistono nel dire che quella del governo «è solo propaganda» e che i licenziamenti in tronco dei dipendenti pubblici sono già possibili. «Le regole per licenziare i cosiddetti fannulloni ci sono già - dice la leader della Cgil Susanna Camusso - mi piacerebbe che il governo dicesse perché non funzionano». Nessuna difesa per chi truffa, «lo abbiamo detto in tutte le salse che questi casi devono puniti» ma il segretario avverte il rischio di «inventare una campagna che fa sembrare che i 3 milioni di lavoratori del pubblico impiego siano tutti nulla facenti, dei truffatori dello Stato». Sulla stessa linea Renato Brunetta, ex ministro di Forza Italia, che s’intesta la legge anti fannulloni con le sanzioni pesanti già previste per gli assenteisti. Invece il segretario di Scelta civica Enrico Zanetti accusa la Cgil di «bloccare il Paese da decenni» Intanto, sul fronte della cronaca scattano i primi provvedimenti per i casi più clamorosi come quello di Sanremo. Per il vigile che timbrava in mutande o quello che andava in canoa e invece risultavano regolarmente al lavoro, arriveranno le sanzioni previste. Ieri il sindaco Alberto Biancheri ha detto che la commissione ha ormai completato l’istruttoria e che nei prossimi giorni scatterà la prima tranche di una ventina di licenziamenti per i dipendenti assenteisti del comune. Dai furbetti di Sanremo all’Asl 3 dell’alto Friuli dove a conclusione di un’inchiesta interna è stata licenziata una dirigente. Nell’ufficio di Tolmezzo, in provincia di Udine, la donna non timbrava il cartellino quando si assentava per fare acquisti. Una pratica frequente che faceva registrare più ore trascorse in ufficio e così sono scattate le verifiche interne che hanno portato in poche settimane al suo licenziamento senza preavviso. Un caso in cui sono state sufficienti le norme attuali, applicate senza indugio dalla direzione generale dell’azienda sanitaria. Norme che esistono dunque e che possono essere applicate.