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Pescara, 23/11/2024
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Data: 19/01/2016
Testata giornalistica: Il Centro
Ruote non termiche e lisce, bus multati. La municipale prende i numeri di targa dei mezzi pubblici bloccati sulla neve. E nel cantiere i tondini diventano armi

CHIETI A piedi nudi nel parco? No, a gomme lisce sulla neve. Lisce e non termiche. Ma i bus urbani non godono di alcuna immunità particolare perché, ieri mattina, nel bel mezzo della bufera, la comandante dei vigili ha dato ordine ai suoi di prendere le targhe di quei mezzi pubblici e di elevare contravvenzioni. Quanto costa mettere a rischio la vita dei passeggeri? Lo abbiamo chiesto a un poliziotto che, codice alla mano, dice: «Da 41 euro a 168 per l'inosservanza dell'ordinanza del sindaco, e da 84 a 335 per l'articolo 79 del codice della strada su inefficienza di equipaggiamento e di dispositivi della vettura (cioè le gomme lisce)». L’ordinanza violata è questa: «Il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, rende noto che, al fine di tutelare la pubblica incolumità, durante il periodo compreso tra il 15 novembre 2015 ed il 15 aprile 2016, tutti i veicoli a motore, esclusi i ciclomotori a due ruote e i motocicli, transitanti lungo le strade comunali del Comune di Chieti, devono essere muniti di pneumatici invernali o avere a bordo mezzi antisdrucciolevoli idonei alla marcia su neve o su ghiaccio, adeguati per il tipo di veicolo in uso. I pneumatici invernali che possono essere impiegati sono quelli omologati secondo la Direttiva 92/23/Cee del Consiglio delle Comunità Europee e successive modifiche, ovvero secondo il corrispondente regolamento Unece, muniti del previsto marchio di omologazione». Queste sono le regole. Chi le viola si becca la multa, anche se a farlo è un’azienda di trasporto pubblico storica e prestigiosa per Chieti. Che però monta su propri mezzi, come le circolari che ieri mattina sono rimaste bloccate in viale Amendola, gomme non termiche e consumate. Forse non al punto da diventare totalmente fuorilegge, con la scanalatura centrale meno profonda di 1,6 millimetri, come spiega un investigatore della procura esperto di codice della strada. Ma la foto che pubblichiamo, scattata ieri mattina a uno dei tanti pullman, tutti con ruote lisce, fermi al terminal di largo Cavallerizza, parla da sè. Così come non hanno bisogno di fiumi di parole e commenti i tondini di ferro che ti spuntano improvvisamente davanti se percorri via per Popoli. Sono stati piegati dal maltempo che li ha trasformati in vere e proprie armi contro chi se li trova davanti e all’altezza della caviglia. Erano lì per sostenere la recinzione che da oltre un anno e mezzo delimita il tratto di strada franato e dimenticato dalla Provincia di Mario Pupillo. Il recinto non c’è più, il baratro è a un passo dalle auto che a centinaia, ogni giorno, percorrono via per Popoli mentre i tondini di ferro arrugginito fanno il resto. Cioè fanno paura. Anche questa è una grave violazione al codice della strada ignorato dall’ente, la Provincia, responsabile di quel cantiere perenne, e anche dalle forze dell’ordino. L’ultima nota di cronaca riguarda un dramma evitato, una tragedia scongiurata, un miracolo, non a Milano, per dirla alla De Sica, ma alla Pietragrossa dove, ieri mattina, è crollato un albero, di quelli nel recinto dell’ex Paolucci, struttura affidata alla curatela del fallimento di Villa Pini. E abbandonata alla sorte.

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