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Pescara, 23/11/2024
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Data: 20/01/2016
Testata giornalistica: Il Centro
De Fanis a giudizio, Zingariello patteggia. L’ex assessore regionale sarà processato, mentre l’ex segretaria esce di scena con 1 anno e 11 mesi (pena sospesa)

PESCARA La vicenda sulle presunte tangenti nella Cultura, che nel 2003 portò agli arresti domiciliari l'ex assessore regionale Luigi De Fanis (Forza Italia) e la sua ex segretaria Lucia Zingariello, passa al Tribunale collegiale di Pescara. Il giudice per l’udienza preliminare di Pescara (gup) Nicola Colantonio, ha rinviato a giudizio l'ex assessore e altre tre persone. L'ex segretaria di De Fanis esce invece definitivamente di scena avendo patteggiato un anno, 11 mesi e 18 giorni di reclusione (pena sospesa). Caso chiuso anche per Rocco Masci, originario di Ripa Teatina, presidente dell'associazione "Ars Associazione Culturale Musicale", che ha ottenuto l'applicazione dell'istituto della messa alla prova per un periodo di 8 mesi. Insieme all'ex assessore alla Cultura, difeso dagli avvocati Massimo Cirulli e Domenico Frattura, il 23 marzo prossimo saranno processati anche Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione "Abruzzo Antico"; Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione culturale della Regione Abruzzo; l'imprenditore Antonio Di Domenica, originario di Atessa. Le accuse, a vario titolo, vanno dalla concussione all’induzione indebita a dare o promettere utilità e, ancora, truffa, peculato, abuso, falso e corruzione. L'inchiesta, denominata "Il Vate", portata avanti dal Corpo forestale – guidato dal commissario Annamaria Angelozzi, e coordinata all'epoca dall'attuale procuratore capo di Sulmona Giuseppe Bellelli – è nata dalla denuncia dell'imprenditore dello spettacolo Andrea Mascitti, che si era rivolto alla Forestale dopo presunte richieste di denaro da parte dell'ex assessore in cambio dell'erogazione di fondi per l'organizzazione del concorso internazionale di musiche da film "Mario Nascimbene Award" e per un evento al Salone del Libro di Torino. L'EPISODIO-CHIAVE. E’ il 10 settembre 2013 quando Mascitti e De Fanis si incontrano in piazza Unione, a Pescara. L'imprenditore, però, munito di registratore, aveva avvertito gli investigatori che quello sarebbe stato il giorno della richiesta della presunta tangente. Gli agenti della Forestale riprendono l’incontro e qualche mese dopo De Fanis finisce ai domiciliari per 4 mesi. TANGENTI E CHAMPAGNE? Nel corso delle indagini il quadro accusatorio si è arricchito e De Fanis davanti al tribunale pescarese dovrà rispondere anche di altri episodi: una presunta tangente da mille euro che Rocco Masci sarebbe stato "indotto" a pagare all'ex assessore al casello autostradale di Pescara-ovest per organizzare un evento musicale al Salone del libro di Torino; una presunta tangente da 4mila euro che l'imprenditore Diego Paolini – la cui posizione è stata stralciata già in fase di indagine preliminare essendo stata accolta la sua richiesta di messa alla prova – sarebbe stato "indotto" a pagare all’ex assessore per un progetto riguardante D’Annunzio; una bottiglia di champagne in più pagata con la carta di credito della Regione in un caffè di Torino e, "in accordo con Zingariello", altre cento bottiglie di vino di diversa qualità destinate allo spazio della Regione Abruzzo al Salone del libro di Torino. Tra gli episodi contestati dall'accusa, rappresentata attualmente dal pm Anna Rita Mantini, c’è anche quello riguardante tre assegni per un totale di 9mila euro che De Fanis e Zingariello avrebbero ricevuto nel 2013 dall'imprenditore Di Domenica, maggiore azionista (perlomeno all’epoca dei fatti) della DI. DM Group e maggiore azionista della Colacito Zaccardi srl, in relazione ad appalti e subappalti di lavori pubblici. Infine, c’è anche l'uso della macchina della Regione per due viaggi privati, uno a Roma e un altro a Bologna. «RIFAREI TUTTO». Presente ieri in aula Andrea Mascitti, che paga, a suo giudizio, la scelta di aver rotto tre anni fa il muro del silenzio scegliendo di denunciare tutto: «La mia vita è cambiata», afferma, «seguo le udienze e devo cercare di sopravvivere. Non faccio più il pianista, ma il benzinaio e lavoro dalle 7 del mattino alle 8 di sera». Ma Mascitti non ha dubbi : «Rifarei quella denuncia. Credo di aver fatto benissimo, perché l'onestà è un valore importante. Mi chiedo pero' a che prezzo, visto che ora sono stato lasciato solo e ho trovato molte porte chiuse non riuscendo più a fare ciò per cui ho studiato». Secondo l'avvocato Tommaso Navarra, difensore di Lucia Zingariello, si chiude per la sua assistita «una pagina non felice, nella piena consapevolezza di quello che è successo e con la piena e sincera volontà di ripartire».

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