PESCARA «Facile prendersela con chi non può essere qui a protestare». È la frase che ieri campeggiava su una sedia a rotelle lasciata provocatoriamente vuota davanti alla scalinata del municipio, in piazza Italia, da uno dei 300 pazienti assistiti dal Comune, i quali, dal 16 gennaio scorso, a causa del predissesto finanziario richiesto dal governo cittadino, si è ritrovato senza assistenza o comunque con un orario ridotto di essa. Un’assistenza, fornita da 90 operatori della cooperativa Polis di Perugia, con fondi destinati dal Comune al settore, rivolta a persone, tra le altre, affette da patologie quali morbo d Parkinson, Alzheimer e autismo. E ieri mattina, in piazza Italia, per evidenziare il disagio, il sindacato della Cgil ha organizzato una manifestazione a cui hanno preso parte l’associazione Carrozzine determinate, presieduta da Claudio Ferrante, alcuni pazienti, e gli operatori della cooperativa Polis, per la quale, dopo alcune proroghe, il contratto relativo all’assistenza è scaduto il 31 dicembre scorso. Ad allarmare pazienti e operatori della cooperativa, una lettera del Comune, che annunciava nei giorni scorsi il taglio delle ore settimanali di assistenza per i malati, da 1.500 a 1.235 ore. Una riduzione «intorno al venti per cento», dunque, come ha sottolineato ieri l’assessore comunale alle Politiche sociali, Giuliano Diodati, mentre invece per Alessandra Tersigni, della funzione pubblica della Cgil, ci sarebbe stato un «40 per cento in meno di assistenza». Il Comune, tra l’altro, ha anche precisato che «i tagli di cui si tratta hanno riguardato 56 persone, e su 87 di esse è stata solo ridotta di qualche ora l’assistenza sociale, mentre quella sanitaria di competenza della Asl non è in discussione». Una sforbiciata che però non è andata giù agli operatori della cooperativa Polis, la quale proprio ieri, in attesa di un nuovo bando che sarà emanato in aprile, si è aggiudicata, provvisoriamente, di nuovo l’appalto per il servizio di assistenza, in seguito all’apertura delle buste economiche, in quanto è stata la ditta ad aver presentato la migliore offerta. «Ora lavoro sette ore a settimana», ha fatto sapere Giuliana Ruggieri, di Polis, «e sto guadagnando trecento euro al mese. Ma come si fa a tirare avanti con questa cifra?». Daniela Cicchetti, invece, si è soffermata sul fatto che «agli autistici sono state tolte quattro ore di assistenza. Ma loro devono uscire», ha precisato, «e hanno bisogno di noi». Per Pina Di Flamminio, poi, da 16 anni in cooperativa, come riferisce, il problema risiederebbe nella modalità delle perequazioni effettuate. «Non hanno monitorato bene la situazione e pertanto non si è capito bene il criterio adottato nei tagli». Insomma, lavoratrici sul piede di guerra, a cui ieri, per dar loro man forte, si sono aggiunte anche alcune colleghe della società Majella e Morrone, anch’esse impiegate nell’assistenza domiciliare, per mesi in attesa di stipendio. Momenti di tensione, dunque ieri nella sala della giunta comunale, dove l’assessore Diodati, insieme con i dirigenti del settore, l’uscente Fabio Zuccarini e l’entrante Marco Molisani, e il presidente del consiglio comunale, Antonio Blasioli, ha ricevuto i sindacalisti, tra i quali Paolo Castellucci, della Cgil, e i manifestanti. «Con il nuovo appalto», ha annunciato Diodati, «delle 1.500 ore di assistenza coperte dall’ente, nella peggiore delle ipotesi saremo in grado di coprirne almeno 1.460, con l’impegno a tornare ai livelli di partenza». Qualche polemica è giunta dall’opposizione in consiglio comunale. Per Massimiliano Pignoli, della lista Scegli Pescara-Lista Teodoro, «si sono spesi i soldi per le luminarie e le manifestazioni di Natale, quando invece avrebbero potuto utilizzare quei fondi per l'assistenza domiciliare», mentre per Guerino Testa, di Ncd, «questa situazione scaturisce da una pessima programmazione. Sarebbe bastata una variazione di bilancio».