CELANO È ufficiale: alcuni dei dossi sulle strade di Celano e Avezzano vanno rimossi. A deciderlo questa volta è il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che ha scritto rispettivamente ai sindaci Settimio Santilli e Gianni Di Pangrazio e ha intimato loro la rimozione dei dossi artificiali e dei marciapiedi rialzati, che sono stati realizzati su alcune strade, sia comunali che statali. Nel caso dei dossi, si tratta, come scrive il funzionario Giovanni Cerratti e conferma il dirigente coordinatore Carlo Clementi, di rallentatori che «sono sì segnalati, ma di fatto non sono adeguati». «Nel Comune di Celano», scrivono dagli uffici del ministero, «si fa riferimento ai manufatti posizionati in via La Torre, via Oreste Ranalletti e via Granatieri di Sardegna». Dossi di cui viene chiesta la «sollecita rimozione». Ad Avezzano, invece, sono finiti nel mirino quelli di via Giuseppe Fracassi. Secondo i dirigenti delle Infrastrutture, quest’ultimi risultano inadeguati «anche in termini di dimensioni, particolarmente per quanto riguarda l’altezza, secondo quanto previsto dalla normativa». «Via Fracassi», insistono, «è una strada di collegamento principale con utenza anche di mezzi di soccorso, di pronto intervento e di trasporto pubblico». Si dice soddisfatto Giancarlo Sociali, a capo della polizia locale di Cerchio-Aielli e Collarmele, che ha sostenuto una vera e propria battaglia, oltre che agente municipale, anche da semplice cittadino. Sociali ha dato vita a un carteggio tra enti e istituzioni che va avanti ormai da quasi due anni. «Un primo riconoscimento al mio lavoro», dice Sociali, «è arrivato già con le dichiarazioni del responsabile provinciale del 118 che ha detto, solo qualche tempo fa, che i dossi erano molto pericolosi e che in pochi secondi avrebbero avuto il potere di vanificare lo sforzo dei sanitari». Secondo Sociali, l’altezza inadeguata di molti dei dossi installati a Celano e Avezzano è di impedimento al passaggio dei mezzi del pronto soccorso su cui i pazienti e a volte anche i feriti gravi vengono sottoposti a sobbalzi pericolosi, soprattutto nei casi dei trasporti più a rischio. La decisione del ministero è arrivata dopo alcuni sopralluoghi a cui hanno partecipato anche i dirigenti dei settori di competenza dei due Comuni segnalati da Sociali. Questa volta “le carte parlano chiaro”: «il permanere in opera dei manufatti, in caso di incidenti riconducibili alla loro collocazione, può dar luogo a responsabilità in capo a chi ne ha disposto la collocazione, o a chi non ne ha disposto la rimozione». Intanto il Pd di Celano attacca l’amministrazione «per aver sperperato denaro».